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sabato 5 maggio 2018

POCA TRASPARENZA E POCHE RISORSE PER I SERVIZI SOCIALI (prima parte)

Dall’analisi del rendiconto 2017 emerge come per il settore delle politiche sociali e della famiglia le risorse complessivamente assegnate siano state pari a € 673.421,09 con una incidenza del 12,12% sulla spesa finale del Comune; mentre la spesa corrente destinata al settore sociale ammonta a € 627.726,27, corrispondenti al 13,21% delle spese correnti del Comune.
Non essendoci studi e analisi sulla rilevazione dei bisogni sociali è impossibile valutare se questa spesa è adeguata o carente rispetto ai bisogni sociali presenti nella comunità castelnovese, se è efficiente ed efficace nel soddisfare le aspettative dei cittadini. Si tratta di una grave carenza, che andrebbe velocemente colmata.

Se disaggreghiamo il dato complessivo della spesa, si possono cogliere alcuni elementi per comprendere meglio la realtà dei servizi sociali. Nella spesa complessiva di questo capitolo sono riportate anche gli impegni per i servizi cimiteriali (€ 60.207,26 pari al 9,59% della spesa sociale) e quelli per i servizi collegati alla gestione dell’asilo nido (€ 191.413,88 pari al 30.49% della spesa sociale) e, quindi, sono riservati alla spesa sociale vera e propria solo € 376.105,13 (incidenti per il 59,92% sul totale della spesa sociale); questa spesa di € 376.105,13 è a sua volta composta da: € 74.332,47 per il pagamento del personale destinato ai  servizi sociali; € 254.160,77 in gran parte destinati ai servizi erogati dall’Ambito Sociale n. 67 ed € 47.611,89 relative a spese per servizi resi direttamente dal Comune.
Non si dispone di molti dati su come vengono erogati i servizi sociali; per esempio, nel primo trimestre 2017 i servizi erogati dall’Ambito Sociale n. 67 ammontavano a € 94.191,19 così composti: per borse lavoro € 3.320; per interventi socio-assistenziali € 18.800; per inserimento di minore in struttura protetta € 5.389,80; per inserimento di nucleo famigliare € 4.680; per trasporto disabili € 10.715,77; per assistenza famigliare € 33.756,18; per assistenza educativa € 17.529,44.
Purtroppo, i dati a disposizione non sono facilmente interpretabili, ma esaminando i vari bilanci dal 2010 al 2018 si può verificare che mediamente sono stati destinati alla spesa sociale vera e propria circa 260/mila all’anno, con un minimo di € 170/mila nel 2010 ed un massimo di € 323/mila nel 2018; dunque, la spesa in questi anni è cresciuta ma rappresenta pur sempre il 50% della spesa complessivamente definita come sociale, ma come abbiamo già evidenziato comprendente la spesa per l’asilo nido e per i servizi cimiteriali.
Ci sono pochi dati riguardanti il numero degli utenti e la loro composizione sociale e reddituale, per cui è difficile interpretare l’efficienza e l’efficacia di questa spesa sociale; altresì è difficile anche valutare questi servizi ed esprimere opinioni in merito. Le ragioni di queste carenze sono molteplici; da una parte, manca l’abitudine a rendere pubblici i dati inerenti l’articolazione dei servizi resi, disabitudine probabilmente indotta dalla delicatezza delle articolate situazioni personali e famigliari che originano la maggior parte dei bisogni; dall’altra, questi servizi sono organizzati in contesti intercomunali e, quindi, sono meno controllati rispetto ad altri. Comunque, non è accettabile la carenza di trasparenza che si riscontra nel settore: le determine sono prive di allegati e non sono facilmente reperibili; non esistono rendiconti sulla gestione; non esiste un bilancio specifico del settore; non sono state fatte rilevazione dei bisogni e sull’efficienza dei servizi.
Analoga scarsa trasparenza si riscontra sia a livello di Ambito sociale n. 67 che nel Distretto sociale Val di Magra; quindi non riguarda solo il Comune di Castelnuovo, ma anche tutti i Comuni della vallata; questa scarsa trasparenza va denunciata come elemento negativo che non fa percepire sia la reale articolazione dei servizi resi, sia le problematiche organizzative presenti, che i costi sopportati dai vari Comuni.  
Più volte abbiamo evidenziato e denunciato alcune problematicità in ordine alla gestione dei servizi sociali tra cui: l'assenza di una mappatura in ordine ai soggetti destinatari e beneficiari delle risorse previste per l'attività dei servizi sociali; la tracciabilità di come vengono impiegate le risorse a disposizione; l’integrazione dell’assistenza sociale con i bisogni sanitari specie per gli anziani, utilizzando al meglio le strutture presenti come il Distretto “Seppilli” di Luni; l'assenza di un metodo attraverso il quale si possa correttamente individuare il soggetto disabile e/o bisognoso; la necessità di una rete di contatti tra operatori del settore; l'assenza di verifiche sulla gestione dei servizi sociali. Quindi c’è ancora molto lavoro da fare.
Recentemente, in sede di discussione del preventivo 2018 è stata presentata dall’assessore competente una prima relazione sui vari servizi, relazione apprezzata proprio per la sua novità.
Per quanto riguarda i tre comuni di Ameglia, Castelnuovo Magra e Luni costituenti l’ATS n. 67 l’esercizio associato delle funzioni sociali di base è attualmente gestito in forma associata mediante una convenzione approvata alla fine del 2014 e recentemente prorogata in modo assai sbrigativo di ulteriori tre anni (con scadenza quindi nel 2021) senza apportare modifiche.
In proposito, ribadiamo le osservazioni critiche in merito da noi già espresse nel corso della discussione nel Consiglio Comunale del 22/12/2014, incentrate: sulla genericità con cui è stata scelta la forma associata; sulla indeterminatezza della “programmazione congiunta” dei servizi sociali dei tre Comuni; sull’assenza di una precisa analisi della situazione socio-sanitaria e dei bisogni presenti nella popolazione.
Insomma, dopo tre anni i servizi sociali erogati nell’Ambito n. 67 risultano organizzati in modo nebuloso e privi di elementi programmatici e sarebbe opportuna una verifica approfondita sul funzionamento dell’Ambito sociale.
Non sono in discussione né la professionalità degli operatori né il loro impegno; semmai, si vuole tutelare sia il lavoro svolto che il personale su cui cade di fatto l’onere del buon funzionamento di servizi organizzati in modo poco chiaro; la nostra critica nasce dalla consapevolezza che si potrebbe fare molto meglio già con le risorse attualmente a disposizione, assicurando più equità di accesso ai servizi e un governo più efficiente della spesa.
In conclusione, il problema di fondo resta la capacità di svolgere una effettiva programmazione, concentrando le energie sui potenziali di miglioramento della spesa, alla ricerca di maggiore efficienza ed efficacia, perché il sistema assistenziale è necessario per trovare risposte ai bisogni e offrire nuove opportunità, cioè per essere una società che ha a cuore la propria vita e il proprio futuro e l’eventuale fallimento non è dovuto al fatto che il sistema non è più sostenibile economicamente, ma semplicemente perché l’incapacità di chi amministra ha sprecato i proventi derivanti dalla solidarietà fiscale.

Letto a nome dei Consiglieri: Euro Mazzi, Maria Luisa Isoppo, Giorgio Salvetti e Francesco Baracchini

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