Il
problema del riutilizzo dell’area denominata “ex Filippi” (composta da una zona
formata da vari capannoni e da un vasto spazio originariamente destinato a cava
per l’estrazione dell’argilla) ha sempre caratterizzato la vita politica e
amministrativa del Comune di Castelnuovo, producendo accesi dibattiti e profonde
divisioni emblematiche della diversa
visione della politica e della gestione del territorio da parte sia delle
forze politiche e sociali presenti localmente, che dei vari “personaggi” che se
ne sono occupati nel tempo.
Le
tappe significative di questo problema sono state molte, poiché è una storia
ultra-centenaria; in modo sintetico è possibile individuare un antefatto e poi
quattro significative tappe.
L’antefatto
riguarda l’attività industriale (1869 – 1983). Infatti, l’attuale area
denominata “ex Filippi”
è il residuo di una centenaria attività industriale di laterizi dismessa negli
anni ottanta; la fabbrica chiamata “Fornaci Filippi” si è formata nel primo decennio
dopo il 1861 e per oltre un secolo è stata una delle aziende più importanti
della zona. Negli anni '80 la fabbrica era oberata dai debiti e falliva, ma l’effettiva
cessazione dell’attività industriale (che occupava ancora 28 operai) avveniva in data 5/4/1983.