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domenica 3 agosto 2014

CONSIDERAZIONI SUL PIANO FINANZIARIO DI ACAM IN TEMA DI GESTIONE DEI RIFIUTI:una costosa gestione fallimentare a carico dei cittadini.

GESTIONE FALLIMENTARE DEL SERVIZIO DEI RIFIUTI, MA AUMENTO DELLA TARIFFA DEL SERVIZIO .... Il Comune di Castelnuovo con delibera n. 12 del 27/5/2005 ha affidato in hause ad Acam Spa la gestione del ciclo integrato dei rifiuti nel territorio comunale e tale servizio cessa nel 2028. A sua volta Acam Spa gestisce tale servizio attraverso la propria società controllata Acam Ambiente Spa. Nel Piano finanziario presentato da Acam Spa si evidenziano alcuni obiettivi che sono condivisibili nella loro enunciazione, ma si rimane perplessi poiché neanche uno di questi obiettivi di fatto è stato concretamente perseguito.
Questi obiettivi non perseguiti sono:
a)      La riduzione alla fonte dei rifiuti è un obiettivo non raggiunto per totale assenza di concreti interventi, se la quantità di rifiuti diminuisce questa riduzione è dovuto solo alla crisi e alla riduzione dei consumi;
b)      L’incentivazione della raccolta differenziata … è un totale fallimento!!!
c)      Il recupero e l’utilizzo dei materiali differenziati, non abbiamo né informazioni né dati attendibili per cui non sappiamo come effettivamente questo obiettivo sia stato raggiunto.
d)     Il recupero energetico dai rifiuti stessi, non abbiamo né informazioni né dati attendibili per cui non sappiamo come effettivamente questo obiettivo sia stato raggiunto.
e)      La riduzione dei materiali conferiti in discarica, non abbiamo né informazioni né dati attendibili per cui non sappiamo come effettivamente questo obiettivo sia stato raggiunto.
Che si tratti di puri auspici è dichiarato dallo stesso Piano Finanziario, poiché nel paragrafo successivo si afferma che occorre ancora chiudere il ciclo dei rifiuti, definire le discariche necessarie, ma soprattutto occorre definire un contratto di servizio e gli strumenti tariffari validi per l’intero ambito provinciale. Dunque si ammette in modo palese il fallimento gestionale e la sostanziale carenza di una idonea politica di gestione dei rifiuti.
Il proposito di raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2017 appare pura propaganda e non un impegno concreto e chiaramente esposto, poiché appunto mancano dati certi, proposte sicure, impegno organizzativo per arrivare a tale risultato.
Sono affermazioni di chiara presa in giro per i cittadini: nel piano finanziario del 2013 si affermava la stessa cosa e cioè che ACAM è impegnata in una riorganizzazione dei servizi di raccolta mirata a raggiungere un progressivo incremento della raccolta differenziata. Ma poi si diceva di voler mantenere la raccolta differenziata pari al 23% per il 2013-14-15. Ora si fa la stessa affermazione per il periodo fino al 2016. Dunque non si è fatto nulla!!!
La raccolta differenziata così come gestita fino ad oggi è un fallimento clamoroso. Basta ricordare che nel 2008, la percentuale di raccolta differenziata in Provincia  era stata del  24,5% contro una previsione del piano dei rifiuti del 48% e la percentuale dei rifiuti  effettivamente riciclati era molto inferiore.
Ora nel Piano 2014 viene confermata la sostanziale mancanza di iniziativa concreta, anzi nel capitolo dedicato alla raccolta differenziata se ne ammette in modo chiaro il fallimento.
Ma anche la gestione del rifiuto indifferenziato appare sconcertante. L’impianto di CDR di Saliceti entrerà in piena funzione solo nel 2015, dopo l’incendio e le riparazioni conseguenti.
Risibili sono le azioni proposte tese a contenere la produzione pro-capite: la diffusione del compostaggio domestico nelle aree non urbane e l’incentivazione dell’uso dell’acqua potabile in alternativa a quelle commerciali, a partire dalle scuole.  … sono azioni che non incidono in modo significativo!!!
Il piano stesso, infatti, parte dal presupposto del mantenimento di produzione complessiva di rifiuti pari a 3.949 ton/anno fino al 2016, come a dire che tutti gli obiettivi posti sono pura propaganda e nulla di concreto.

ACAM: PIANO FINANZIARIO 2014 – 2015 - 2016
Il Piano presentato da ACAM appare generico, superficiale, poco trasparente e ingiustificato.
In questo Piano si fanno affermazioni puramente simboliche e non sorrette da dati, analisi e bilanci di gestioni
Dunque la scarsità di dati e la scarsa trasparenza si evidenziano soprattutto nella costruzione dei dati che giustificano il piano finanziario stesso.
Il Piano Finanziario comporta l’ennesimo aumento del prelievo dalle tasche dei cittadini castelnovesi da poco più di 1 milione del 2012 si è passati a 1.474.550 (+414.550 pari al 39,11%) del 2013 ora viene quantificato per il 2014 nell’importo di €.  1.511.870,00 (+37.320 pari al 2.53%) escluso tributo provinciale, di €  1.564.640,00 escluso tributo provinciale annualità 2015 ed €. 1.765.060,00 escluso tributo provinciale  per l’annualità  2016. In tre anni la gestione dei rifiuti costa ai castelnovesi un incremento del 42,63%.
Di fronte a queste cifre e di fronte a questo fallimento nella gestione dei rifiuti, nel contesto della grave situazione economico e finanziaria di Acam, appaiono stonate le allegre rappresentazioni del Sindaco sugli sconti a questo o a quello, poiché se qualcuno ottiene un risparmio ,,, ne siamo tutti contenti, ma è nel complesso che va giudicata questa vicenda: è un fallimento assai costoso per i cittadini castelnovesi, ma in generale di tutti gli spezzini.
La Tari (come la Tares) è una tariffa e non più una tassa (come era la Tarsu) e pertanto copre l’intero costo della gestione raccolta e smaltimento dei rifiuti, comportando un progressivo ma sostanziale incremento del gettito rispetto alla precedete Tarsu.
Correlare questa tariffa alla grandezza dell’immobile e ai componenti e non alla quantità di rifiuti prodotta contrasta con la norma europea della diretta relazione tra produzione di rifiuti e tassa da pagare (CHI INQUINA PAGA) e che pertanto induce a produrre rifiuti vista la indifferenza della tassa.
La Tari ora (la Tares prima) rappresenta un aumento della pressione fiscale, in questo particolare momento di crisi economica generalizzata con cittadini, attività produttive e commerciali in forte difficoltà finanziaria; ogni ulteriore impegno economico potrebbe diventare determinante per un dissesto economico sia famigliare che aziendale, accelerando la spirale recessiva resa ancor più marcata dalle politiche economiche e fiscali adottate dai vari Governi, ma anche dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.
In generale, ci si sarebbe aspettato che i Sindaci avessero valutato con attenzione gli effetti dirompenti che ulteriori consistenti aumenti producono; invece i Sindaci si difendono sostenendo che questi incrementi di imposte, tasse e tariffe sono necessari per assicurare il mantenimento dei servizi comunali, ma questo appare una scusa di comodo che copre una effettiva incapacità di gestire i servizi e riorganizzarli per aumentarne efficienza e ridurne il costo.
La Tari/Tares soprattutto per i comuni spezzini dimostra appunto che queste sono scuse di comodo; è una nuova batosta sulle tasche dei cittadini e delle imprese che evidenzia anche le inefficienze che il Comune ha nella gestione dei rifiuti attraverso ACAM, fino ad oggi in parte coperte da un tributo caro ma non a questi livelli.
L’unica strada percorribile è quella di diminuire il costo della gestione dei rifiuti, questo indipendentemente dal fatto che ci si riesca con ACAM o fuori da ACAM, unito a un effettivo superamento della pessima gestione della raccolta e dello smaltimento rifiuti da parte della partecipata spezzina.
Doveva essere soprattutto evitata la tentazione di scaricare sui cittadini e sulle imprese, che non hanno più margini di sostenibilità economica, il peso di ulteriori aumenti di tasse e tariffe, per incidere sul lato della riorganizzazione e della riduzione dei costi, nonché una forte determinazione degli azionisti pubblici verso l’ingresso dei privati, unita ad una maggiore autonomia del management delle imprese, nel ricercare e conseguire economie di scala e risparmi con processi di aggregazione e razionalizzazione di carattere industriale. Invece i costi vengono presi come dati assoluti e immodificabili e quindi diventano la base su cui calcolare il prelievo dalle tasche dei cittadini.
Questa presa in giro è anche politica poiché anche il programma elettorale sia di Favini prima che di Montebello ora conteneva la promessa di uno sviluppo della raccolta differenziata che è al momento un obiettivo assai fasullo.
In Italia la gestione dei rifiuti meno funziona e più la si paga, e le tariffe sono fuori controllo.
E’ evidente che la gestione del ciclo dei rifiuti sia emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori.
L'Italia sconta un ritardo ormai grave e conclamato rispetto al resto d'Europa. Da noi, solo il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 40%, e la metà dei rifiuti prodotti finisce in discarica, mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica il 38% dei rifiuti.
Non riciclare in misura adeguata non comporta soltanto costi ambientali, perdite di competitività e maggiori costi gestionali, ma anche il rischio di multe a carico degli Stati membri dell'Unione europea per mancato adeguamento alla normativa discariche, e l'Italia detiene purtroppo il triste primate nel numero di procedure d'infrazione avviate.
La Tari/Tares è un cattivo affare. Per le tasche dei contribuenti, ma anche per l'ambiente. La nuova imposta mira a introdurre il principio del "più produci rifiuti e più paghi", ma  non misura la reale produzione, ma stima che le famiglie più numerose generino più monnezza. Bisogna introdurre criteri di premialità per i cittadini virtuosi". La nuova tassazione a carico delle famiglie e delle aziende deve essere equa e premiare i comportamenti virtuosi. Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l’Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella “società europea del riciclaggio” alla base nella nuova direttiva europea.
(Intervento letto dal Consigliere Maria Luisa Isoppo
a nome anche dei Consiglieri
Euro Mazzi, Giorgio Salvetti e Francesco Baracchini
durante il Consiglio Comunale del 28/7/2014)
 
 
 


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