GESTIONE FALLIMENTARE DEL SERVIZIO DEI RIFIUTI, MA AUMENTO DELLA TARIFFA DEL SERVIZIO .... Il
Comune di Castelnuovo con delibera n. 12 del 27/5/2005 ha affidato in hause ad Acam Spa la gestione del
ciclo integrato dei rifiuti nel territorio comunale e tale servizio cessa nel
2028. A sua volta Acam Spa gestisce tale servizio attraverso la propria società
controllata Acam Ambiente Spa. Nel Piano finanziario presentato da Acam Spa si
evidenziano alcuni obiettivi che sono condivisibili nella loro enunciazione, ma
si rimane perplessi poiché neanche uno di questi obiettivi di fatto è stato
concretamente perseguito.
Questi obiettivi non perseguiti sono:
Questi obiettivi non perseguiti sono:
a)
La
riduzione alla fonte dei rifiuti è un obiettivo non raggiunto per totale
assenza di concreti interventi, se la quantità di rifiuti diminuisce questa
riduzione è dovuto solo alla crisi e alla riduzione dei consumi;
b)
L’incentivazione
della raccolta differenziata … è un totale fallimento!!!
c)
Il
recupero e l’utilizzo dei materiali differenziati, non abbiamo né informazioni
né dati attendibili per cui non sappiamo come effettivamente questo obiettivo
sia stato raggiunto.
d)
Il
recupero energetico dai rifiuti stessi, non abbiamo né informazioni né dati
attendibili per cui non sappiamo come effettivamente questo obiettivo sia stato
raggiunto.
e)
La
riduzione dei materiali conferiti in discarica, non abbiamo né informazioni né
dati attendibili per cui non sappiamo come effettivamente questo obiettivo sia
stato raggiunto.
Che
si tratti di puri auspici è dichiarato dallo stesso Piano Finanziario, poiché
nel paragrafo successivo si afferma che occorre ancora chiudere il ciclo dei
rifiuti, definire le discariche necessarie, ma soprattutto occorre definire un
contratto di servizio e gli strumenti tariffari validi per l’intero ambito
provinciale. Dunque si ammette in modo palese il fallimento gestionale e la
sostanziale carenza di una idonea politica di gestione dei rifiuti.
Il
proposito di raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2017 appare
pura propaganda e non un impegno concreto e chiaramente esposto, poiché appunto
mancano dati certi, proposte sicure, impegno organizzativo per arrivare a tale
risultato.
Sono affermazioni di chiara presa in
giro per i cittadini: nel piano finanziario del 2013 si affermava la stessa
cosa e cioè che ACAM
è impegnata in una riorganizzazione dei servizi di raccolta mirata a
raggiungere un progressivo incremento della raccolta differenziata. Ma poi si
diceva di voler mantenere la raccolta differenziata pari al 23% per il
2013-14-15. Ora si fa la stessa affermazione per il periodo fino al 2016. Dunque
non si è fatto nulla!!!
La raccolta differenziata così come gestita fino ad
oggi è un fallimento clamoroso. Basta ricordare che nel 2008, la percentuale di
raccolta differenziata in Provincia era
stata del 24,5%
contro una previsione del piano dei
rifiuti del 48% e la percentuale
dei rifiuti effettivamente riciclati era molto inferiore.
Ora
nel Piano 2014 viene confermata la sostanziale mancanza di iniziativa concreta, anzi nel capitolo dedicato alla raccolta differenziata se ne ammette in modo chiaro il fallimento.
Ma
anche la gestione del rifiuto indifferenziato appare sconcertante. L’impianto
di CDR di Saliceti entrerà in piena funzione solo nel 2015, dopo l’incendio e
le riparazioni conseguenti.
Risibili
sono le azioni proposte tese a contenere la produzione pro-capite: la diffusione
del compostaggio domestico nelle aree non urbane e l’incentivazione dell’uso
dell’acqua potabile in alternativa a quelle commerciali, a partire dalle
scuole. … sono azioni che non incidono
in modo significativo!!!
Il
piano stesso, infatti, parte dal presupposto del mantenimento di produzione complessiva
di rifiuti pari a 3.949 ton/anno fino al 2016, come a dire che tutti gli
obiettivi posti sono pura propaganda e nulla di concreto.
ACAM:
PIANO FINANZIARIO 2014 – 2015 - 2016
In questo Piano
si fanno affermazioni puramente simboliche e non sorrette da dati, analisi e
bilanci di gestioni
Dunque
la scarsità di dati e la scarsa trasparenza si evidenziano soprattutto nella
costruzione dei dati che giustificano il piano finanziario stesso.
Il
Piano Finanziario comporta l’ennesimo aumento del prelievo dalle tasche dei
cittadini castelnovesi da poco più di 1 milione del 2012 si è passati a
1.474.550 (+414.550 pari
al 39,11%)
del 2013 ora viene quantificato per il 2014 nell’importo di €. 1.511.870,00
(+37.320 pari al 2.53%) escluso tributo provinciale, di €
1.564.640,00 escluso tributo provinciale annualità 2015 ed €. 1.765.060,00
escluso tributo provinciale per
l’annualità 2016. In tre anni la
gestione dei rifiuti costa ai castelnovesi un incremento del 42,63%.
Di fronte a queste cifre e di fronte a questo
fallimento nella gestione dei rifiuti, nel contesto della grave situazione
economico e finanziaria di Acam, appaiono stonate le allegre rappresentazioni
del Sindaco sugli sconti a questo o a quello, poiché se qualcuno ottiene un risparmio
,,, ne siamo tutti contenti, ma è nel complesso che va giudicata questa vicenda:
è un fallimento assai costoso per i cittadini castelnovesi, ma in generale di
tutti gli spezzini.
La
Tari (come la Tares) è una tariffa e non più una tassa (come era la Tarsu) e
pertanto copre l’intero costo della gestione raccolta e smaltimento dei rifiuti,
comportando un progressivo ma sostanziale incremento del gettito rispetto alla
precedete Tarsu.
Correlare questa
tariffa alla grandezza dell’immobile e ai componenti e non alla quantità di
rifiuti prodotta contrasta con la norma europea della diretta relazione tra
produzione di rifiuti e tassa da pagare (CHI INQUINA PAGA) e che pertanto
induce a produrre rifiuti vista la indifferenza della tassa.
La
Tari ora (la Tares prima) rappresenta un aumento della pressione fiscale, in
questo particolare momento di crisi economica generalizzata con cittadini,
attività produttive e commerciali in forte difficoltà finanziaria; ogni
ulteriore impegno economico potrebbe diventare determinante per un dissesto
economico sia famigliare che aziendale, accelerando la spirale recessiva resa ancor più
marcata dalle politiche economiche e fiscali adottate dai vari Governi, ma
anche dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.
In
generale, ci si sarebbe aspettato che i Sindaci avessero valutato con attenzione gli effetti
dirompenti che ulteriori consistenti aumenti producono; invece i Sindaci si
difendono sostenendo che questi incrementi di imposte, tasse e tariffe sono
necessari per assicurare il mantenimento dei servizi comunali, ma questo appare una scusa di
comodo che copre una effettiva incapacità di gestire i servizi e riorganizzarli
per aumentarne efficienza e ridurne il costo.
La Tari/Tares
soprattutto per i comuni spezzini dimostra appunto che queste sono scuse di
comodo; è una
nuova batosta sulle tasche dei cittadini e delle imprese che evidenzia anche le
inefficienze che il Comune ha nella gestione dei rifiuti attraverso ACAM, fino
ad oggi in parte coperte da un tributo caro ma non a questi livelli.
L’unica
strada percorribile è quella di diminuire il costo della gestione dei rifiuti,
questo indipendentemente dal fatto che ci si riesca con ACAM o fuori da ACAM,
unito a un effettivo superamento della pessima gestione della raccolta e dello
smaltimento rifiuti da parte della partecipata spezzina.
Doveva
essere soprattutto
evitata la tentazione di scaricare sui cittadini e sulle imprese, che non hanno
più margini di sostenibilità economica, il peso di ulteriori aumenti di tasse e
tariffe, per incidere sul lato della riorganizzazione e della riduzione dei
costi, nonché una forte
determinazione degli azionisti pubblici verso l’ingresso dei privati, unita ad
una maggiore autonomia del management delle imprese, nel ricercare e conseguire
economie di scala e risparmi con processi di aggregazione e razionalizzazione
di carattere industriale. Invece i costi vengono presi come dati assoluti e
immodificabili e quindi diventano la base su cui calcolare il prelievo dalle
tasche dei cittadini.
Questa presa in
giro è anche politica poiché anche il programma elettorale sia di Favini prima
che di Montebello ora conteneva la promessa di uno sviluppo della raccolta
differenziata che è al momento un obiettivo assai fasullo.
In Italia la
gestione dei rifiuti meno funziona e più la si paga, e le tariffe sono fuori
controllo.
E’ evidente
che la gestione del ciclo dei rifiuti sia emblematica delle tante
contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora
mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori.
L'Italia
sconta un ritardo ormai grave e conclamato rispetto al resto d'Europa. Da noi,
solo il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea
del 40%, e la metà dei rifiuti prodotti finisce in discarica, mentre in Europa
viene mediamente conferito in discarica il 38% dei rifiuti.
Non riciclare in misura adeguata non comporta soltanto costi ambientali, perdite di competitività e maggiori costi gestionali, ma anche il rischio di multe a carico degli Stati membri dell'Unione europea per mancato adeguamento alla normativa discariche, e l'Italia detiene purtroppo il triste primate nel numero di procedure d'infrazione avviate.
Non riciclare in misura adeguata non comporta soltanto costi ambientali, perdite di competitività e maggiori costi gestionali, ma anche il rischio di multe a carico degli Stati membri dell'Unione europea per mancato adeguamento alla normativa discariche, e l'Italia detiene purtroppo il triste primate nel numero di procedure d'infrazione avviate.
La Tari/Tares
è un cattivo affare. Per le tasche dei contribuenti, ma anche per
l'ambiente. La nuova imposta mira a introdurre il principio del "più produci rifiuti e più paghi",
ma non misura la reale produzione,
ma stima che le famiglie più numerose generino più monnezza. Bisogna introdurre
criteri di premialità per i cittadini virtuosi". La
nuova tassazione a carico delle famiglie e delle aziende deve essere equa e
premiare i comportamenti virtuosi. Solo in questo modo si contribuirà davvero a
liberare l’Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno
titolo in quella “società europea del riciclaggio” alla base nella nuova
direttiva europea.
(Intervento letto dal Consigliere Maria Luisa Isoppo
a nome anche dei Consiglieri
Euro Mazzi, Giorgio Salvetti e Francesco Baracchini
durante il Consiglio Comunale del 28/7/2014)
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