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sabato 2 agosto 2014

SINDACO MONTEBELLO, CI SI ASPETTAVA PIÙ CORAGGIO E DETERMINAZIONE E MENO ANNUNCI AD EFFETTO: le tasse aumentano nonostante gli sconti!!!

Durante la presentazione del Bilancio 2014 in Consiglio Comunale il Sindaco Montebello evidenziava gli “sconti” sulle tasse decise dalla nuova Giunta e ripeteva in continuazione una frase assai trionfalistica “abbiamo lavorato molto con l’obiettivo di limitare la pressione sulle tasche  del cittadino”.
Peccato però che alla semplice domanda sull’ammontare complessivo dei tributi del 2014 rispetto a quelli del 2013, la realtà dei dati fosse così evidente e impietosa nello smentire gli annunci ad effetto sugli “sconti” o sui “saldi”.
Infatti, con tutti gli “sconti” annunciati ci si sarebbe aspettato un gettito ridotto, invece il gettito complessivo previsto era aumentato di ben € 731.772.43 (+15.82%), portando il gettito a € 5.357.680 rispetto ai € 4.614.966,13 del rendiconto 2013.

Conseguentemente, ed è la triste realtà che conta, la pressione tributaria del Comune di Castelnuovo sulle famiglie castelnovese è pari a € 1.559,73 con un incremento di ben € 213 rispetto all’anno passato.
Dunque, gli sconti ci saranno anche, ma riguardano categorie limitatissime di persone, che non cambiano la sostanza dell’aumento complessivo della pressione fiscale e, quindi, di fatto vengono richiesti sacrifici  superiori rispetto a quelli già fatti l’anno passato, e del resto ciò è avvenuto anche negli anni precedenti.
Certo, la pressione tributaria presente in alcuni Comuni vicini (per esempio Sarzana e Ortonovo) è più alta  rispetto a quella di Castelnuovo, ma questo elemento spiega solo la non convenienza per esempio ad accettare una insensata proposta di fusione con Ortonovo, ma non è sufficiente per giustificare questo ricorso ad annunci ad effetto illusorio su “sconti” tributari che in realtà sono molto limitati nella entità e nell’incidenza.
Per esempio a Ortonovo la pressione tributaria sulle famiglie raggiunge € 1.700, confermando che non era vero che era stato tutto sistemato come andavano dicendo i sostenitori del SI, tra cui il PD Castelnovese era in prima fila, ma anche alcuni di Voi (Marchese, Micocci, Ambrosini) nelle assemblee avete sostenuto o applaudito simili affermazioni non vere, e oggi questo è evidente. Così come è evidente che il bilancio 2013 di Ortonovo presenti ancora un disavanzo di amministrazione di ben € 437.355,80. Avevamo ragione NOI nel sostenere che la situazione di Ortonovo era ben lontana dalla sua sistemazione e avevate torto Voi a sostenere che era stata sistemata. Se avesse vinto il SI i castelnovesi si sarebbero ritrovati con un aumento ancora più significativo dei tributi. Se non succede è merito nostro.
Ma esiste una strana similitudine che lega Castelnuovo, Ortonovo e Sarzana anche il sindaco Cavarra (come Montebello) evidenzia gli “sconti” applicati al bilancio del 2014, facendo la stessa identica operazione di mistificazione della realtà: la pressione tributaria di Sarzana infatti cresce a € 1720,90 con un incremento di ben € 265.82 rispetto al rendiconto 2013, confermando la precaria situazione finanziaria di quel Comune. Le famiglie sarzanesi sono passate in pochi anni da una pressione di € 939,28 del 2009 a una pressione di 1720,90 quasi un raddoppio  in pochi anni, eppure vengono sbandierati gli sconti e le riduzioni come ha fatto Montebello per Castelnuovo.
Ma avviene così nella gran parte dei comuni: si aumentano le tasse e si afferma che vengono ridotte; è un modo per ingannare gli elettori e per non dire loro in modo chiaro e trasparente i problemi gestionali che hanno i Comuni. 
Recentemente uno studio realizzato dalla Confcommercio, che ha preso in esame il periodo dal 1992 ad oggi, ha evidenziato che le tasse locali hanno subito un incremento passando da 18 a 108 miliardi di euro; quindi in due decenni le imposte legate alle amministrazioni locali sono aumentate "di oltre il 500%".
Questo aumento considerevole del gettito locale è stato accompagnato da una crescita della spesa delle amministrazioni: mentre la spesa delle Amministrazioni Statali sono del 53%, quella di regioni, province e comuni del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%: il risultato è che la spesa pubblica complessiva è raddoppiata. Inoltre, nell’ultimo decennio, risulta quasi triplicata l’incidenza delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef; rilevante, infine, la differenziazione delle singole regioni in base all’incidenza della tassazione locale.
Questi dati rappresentano il fallimento del federalismo. Il federalismo si ispira ad un principio di responsabilizzazione delle amministrazioni locali ed è una scelta istituzionale efficiente se riesce a favorire una migliore gestione delle politiche pubbliche, determinando una riduzione dei loro costi. Nelle intenzioni del legislatore, il federalismo avrebbe dovuto portare a un aumento dell’autonomia impositiva degli enti locali, facendo esplicitamente salvo il principio dell’invarianza della pressione fiscale complessiva a carico del contribuente. Nella sua fase attuativa, il federalismo si è però vistosamente allontanato da questo principio ispiratore. Non si trovano infatti, almeno fino a questo momento, tracce di compensazione fra i livelli locali e centrali, prevalendo invece una tendenza alla duplicazione di spese e di entrate.
Oltre che per il loro impatto quantitativo, le imposte locali si segnalano per il forte aumento del grado di frammentazione apportato al sistema fiscale. Il territorio italiano è ormai fortemente segmentato a causa del diverso peso assunto dai tributi prelevati dagli enti decentrati. Si è dunque in presenza di differenze che creano un’iniqua distribuzione della tassazione sulle famiglie e che rendono molto complesse le scelte localizzative delle imprese, un ulteriore fattore di complicazione che il sistema fiscale italiano pone sulle spalle del mondo della produzione e del consumo.
La situazione economica italiana è grave e non serve aumentare la spesa pubblica, magari chiamandole «investimenti pubblici produttivi», ma di tutto l'Italia ha bisogno tranne che di più spesa pubblica. I consumi delle famiglie sono spaventosamente calati, il potere di acquisto delle famiglie è diminuito, ma la spesa delle amministrazioni pubbliche al netto degli interessi è in costante crescita. Quindi l'Italia ha bisogno di meno tasse sul lavoro per far crescere l'occupazione, e meno tasse sui consumi per far ripartire la domanda. Aumentare la spesa pubblica significa che prima o poi le tasse dovranno crescere ancora di più.
Da anni chi governa Comuni, Regioni e lo Stato continua a commettere il medesimo errore: incrementare ancor di più la pressione fiscale sulle famiglie, peggiorando la situazione economica generale. È un circolo vizioso che sta distruggendo l'economia italiana e ci impoverisce tutti.
In quest’ultimo anno abbiamo assistito a una girandola di nomi di nuove tasse (Tari, Tasi, Iuc,  Tares, ecc.) la verità è che alla fine ai cittadini il nome interessa poco. Ciò che conta è come si calcola, quanto e quando si deve pagare.  Certo la politica che si rifugia nel puro cambiamento di nome (nominalismo di facciata) per nascondere la stangata e illuderli di riduzioni di tasse che non ci sono assume i connotati della presa in giro, rappresentando anche una confusione e una incapacità a fare scelte chiare e trasparenti (cioè “metterci la faccia”).
Ma dietro a questo modo di fare politica si nasconde l’inganno: da una parte, si continua ad aumentare le tasse; dall’altra, si vuole far intendere di eliminarle o modificarle per aumentare o non perdere consenso. I cittadini devono capire che occorre cambiare questi POLITICI che non parlano chiaro; in democrazia esiste solo un modo  … come??? … non votandoli, cioè scegliendo un simbolo e/o una preferenza diversa.
Il voto è come un telecomando della TV se non piace un programma o un volto si cambia canale. Ma anche il cittadino deve uscire dal pensare di “guadagnare” per via clientelare. Chi ha ricevuto “favori” non sarà mai libero di cambiare voto. Il presupposto del cambiamento vero e duraturo è dunque imparare “a fare la fila” e aspettare il proprio turno … il troppo “furbo” continuerà a votare gli incapaci che si limitano a ingannare i cittadini.
Sindaco Montebello, ci si aspettava più coraggio e determinazione nella scelta di intervenire sull’organizzazione dei servizi comunali nel senso di aumentare la loro efficienza ed efficacia nell’ambito di una loro riduzione di costo. Speriamo che ciò accade nei prossimi anni!!!
Un’ultima annotazione riguarda il richiamo del Sindaco sulla compattezza della maggioranza che smentirebbe, a Suo dire, il nostro “cavalcare propagandistico” in merito. Ebbene in proposito abbiamo solo assistito alle dichiarazioni degli interessati in consiglio comunale e sulla stampa che tuonavano così “La vecchia politica dei "giovani-vecchi" e i patti non rispettati”, che non sono frasi nostre  ma di Rifondazione … ma le frasi del Sindaco e quelle di Rifondazione rischiano solo di apparire l’ennesima commedia che portano in effetti solo annunci ad effetto e poca sostanza … mentre ai cittadini non resta che … pagare più tributi comunali.
(Intervento letto dal Consigliere Giorgio Salvetti
a nome anche dei Consiglieri
Euro Mazzi, Isoppo Maria Luisa e Francesco Baracchini
durante il Consiglio Comunale del 28/7/2014)

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