Durante la presentazione del Bilancio
2014 in Consiglio Comunale il Sindaco Montebello evidenziava gli “sconti” sulle
tasse decise dalla nuova Giunta e ripeteva in continuazione una frase assai
trionfalistica “abbiamo lavorato molto
con l’obiettivo di limitare la pressione sulle tasche del cittadino”.
Peccato però che alla semplice domanda
sull’ammontare complessivo dei tributi del 2014 rispetto a quelli del 2013, la realtà
dei dati fosse così evidente e impietosa nello smentire gli annunci ad effetto
sugli “sconti” o sui “saldi”.
Infatti, con tutti gli “sconti”
annunciati ci si sarebbe aspettato un gettito ridotto, invece il gettito
complessivo previsto era aumentato di ben € 731.772.43 (+15.82%), portando il
gettito a € 5.357.680 rispetto ai € 4.614.966,13 del rendiconto 2013.
Conseguentemente, ed è la triste realtà
che conta, la pressione tributaria del Comune di Castelnuovo sulle famiglie
castelnovese è pari a € 1.559,73 con un incremento di ben € 213 rispetto
all’anno passato.
Dunque, gli sconti ci saranno anche, ma riguardano
categorie limitatissime di persone, che non cambiano la sostanza dell’aumento
complessivo della pressione fiscale e, quindi, di fatto vengono richiesti sacrifici
superiori rispetto a quelli già fatti l’anno
passato, e del resto ciò è avvenuto anche negli anni precedenti.
Certo, la pressione tributaria presente
in alcuni Comuni vicini (per esempio Sarzana e Ortonovo) è più alta rispetto a quella di Castelnuovo, ma questo
elemento spiega solo la non convenienza per esempio ad accettare una insensata
proposta di fusione con Ortonovo, ma non è sufficiente per giustificare questo
ricorso ad annunci ad effetto illusorio su “sconti” tributari che in realtà
sono molto limitati nella entità e nell’incidenza.
Per esempio a Ortonovo la pressione
tributaria sulle famiglie raggiunge € 1.700, confermando che non era vero che
era stato tutto sistemato come andavano dicendo i sostenitori del SI, tra cui
il PD Castelnovese era in prima fila, ma anche alcuni di Voi (Marchese,
Micocci, Ambrosini) nelle assemblee avete sostenuto o applaudito simili
affermazioni non vere, e oggi questo è evidente. Così come è evidente che il
bilancio 2013 di Ortonovo presenti ancora un disavanzo di amministrazione di
ben € 437.355,80. Avevamo ragione NOI nel sostenere che la situazione di
Ortonovo era ben lontana dalla sua sistemazione e avevate torto Voi a sostenere
che era stata sistemata. Se avesse vinto il SI i castelnovesi si sarebbero
ritrovati con un aumento ancora più significativo dei tributi. Se non succede è
merito nostro.
Ma esiste una strana similitudine che
lega Castelnuovo, Ortonovo e Sarzana anche il sindaco Cavarra (come Montebello)
evidenzia gli “sconti” applicati al bilancio del 2014, facendo la stessa
identica operazione di mistificazione della realtà: la pressione tributaria di
Sarzana infatti cresce a € 1720,90 con un incremento di ben € 265.82 rispetto
al rendiconto 2013, confermando la precaria situazione finanziaria di quel
Comune. Le famiglie sarzanesi sono passate in pochi anni da una pressione di €
939,28 del 2009 a una pressione di 1720,90 quasi un raddoppio in pochi anni, eppure vengono sbandierati gli
sconti e le riduzioni come ha fatto Montebello per Castelnuovo.
Ma avviene così nella gran parte dei
comuni: si aumentano le tasse e si afferma che vengono ridotte; è un modo per
ingannare gli elettori e per non dire loro in modo chiaro e trasparente i
problemi gestionali che hanno i Comuni.
Recentemente
uno studio realizzato dalla Confcommercio, che ha preso in esame il periodo dal
1992 ad oggi, ha evidenziato che le tasse locali hanno subito un incremento
passando da 18 a 108 miliardi di euro; quindi in due decenni le imposte legate
alle amministrazioni locali sono aumentate "di oltre il 500%".
Questo
aumento considerevole del gettito locale è stato accompagnato da una crescita
della spesa delle amministrazioni: mentre la spesa delle Amministrazioni
Statali sono del 53%, quella di regioni, province e comuni del 126% e quella
degli enti previdenziali del 127%: il risultato è che la spesa pubblica
complessiva è raddoppiata. Inoltre, nell’ultimo decennio, risulta quasi
triplicata l’incidenza delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef;
rilevante, infine, la differenziazione delle singole regioni in base
all’incidenza della tassazione locale.
Questi
dati rappresentano il fallimento del federalismo. Il federalismo si ispira ad
un principio di responsabilizzazione delle amministrazioni locali ed è una
scelta istituzionale efficiente se riesce a favorire una migliore gestione
delle politiche pubbliche, determinando una riduzione dei loro costi. Nelle
intenzioni del legislatore, il federalismo avrebbe dovuto portare a un aumento
dell’autonomia impositiva degli enti locali, facendo esplicitamente salvo il
principio dell’invarianza della pressione fiscale complessiva a carico del
contribuente. Nella sua fase attuativa, il federalismo si è però vistosamente
allontanato da questo principio ispiratore. Non si trovano infatti, almeno fino
a questo momento, tracce di compensazione fra i livelli locali e centrali,
prevalendo invece una tendenza alla duplicazione di spese e di entrate.
Oltre
che per il loro impatto quantitativo, le imposte locali si segnalano per il
forte aumento del grado di frammentazione apportato al sistema fiscale. Il
territorio italiano è ormai fortemente segmentato a causa del diverso peso
assunto dai tributi prelevati dagli enti decentrati. Si è dunque in presenza di
differenze che creano un’iniqua distribuzione della tassazione sulle famiglie e
che rendono molto complesse le scelte localizzative delle imprese, un ulteriore
fattore di complicazione che il sistema fiscale italiano pone sulle spalle del
mondo della produzione e del consumo.
La
situazione economica italiana è grave e non serve aumentare la spesa pubblica,
magari chiamandole «investimenti pubblici produttivi», ma di tutto l'Italia ha
bisogno tranne che di più spesa pubblica. I consumi delle famiglie sono spaventosamente
calati, il potere di acquisto delle famiglie è diminuito, ma la spesa delle
amministrazioni pubbliche al netto degli interessi è in costante crescita.
Quindi l'Italia ha bisogno di meno tasse sul lavoro per far crescere
l'occupazione, e meno tasse sui consumi per far ripartire la domanda. Aumentare
la spesa pubblica significa che prima o poi le tasse dovranno crescere ancora
di più.
Da
anni chi governa Comuni, Regioni e lo Stato continua a commettere il medesimo
errore: incrementare ancor di più la pressione fiscale sulle famiglie,
peggiorando la situazione economica generale. È un circolo vizioso che sta
distruggendo l'economia italiana e ci impoverisce tutti.
In
quest’ultimo anno abbiamo assistito a una girandola di nomi di nuove tasse (Tari,
Tasi, Iuc, Tares, ecc.) la verità è che
alla fine ai cittadini il nome interessa poco. Ciò che conta è come si calcola,
quanto e quando si deve pagare. Certo la
politica che si rifugia nel puro cambiamento di nome (nominalismo di facciata) per
nascondere la stangata e illuderli di riduzioni di tasse che non ci sono assume
i connotati della presa in giro, rappresentando anche una confusione e una
incapacità a fare scelte chiare e trasparenti (cioè “metterci la faccia”).
Ma
dietro a questo modo di fare politica si nasconde l’inganno: da una parte, si
continua ad aumentare le tasse; dall’altra, si vuole far intendere di
eliminarle o modificarle per aumentare o non perdere consenso. I cittadini
devono capire che occorre cambiare questi POLITICI che non parlano chiaro; in
democrazia esiste solo un modo … come???
… non votandoli, cioè scegliendo un simbolo e/o una preferenza diversa.
Il
voto è come un telecomando della TV se non piace un programma o un volto si
cambia canale. Ma anche il cittadino deve uscire dal pensare di “guadagnare”
per via clientelare. Chi ha ricevuto “favori” non sarà mai libero di cambiare
voto. Il presupposto del cambiamento vero e duraturo è dunque imparare “a fare
la fila” e aspettare il proprio turno … il troppo “furbo” continuerà a votare
gli incapaci che si limitano a ingannare i cittadini.
Sindaco Montebello, ci si aspettava più
coraggio e determinazione nella scelta di intervenire sull’organizzazione dei
servizi comunali nel senso di aumentare la loro efficienza ed efficacia
nell’ambito di una loro riduzione di costo. Speriamo che ciò accade nei
prossimi anni!!!
Un’ultima annotazione riguarda il
richiamo del Sindaco sulla compattezza della maggioranza che smentirebbe, a Suo
dire, il nostro “cavalcare propagandistico” in merito. Ebbene in proposito
abbiamo solo assistito alle dichiarazioni degli interessati in consiglio
comunale e sulla stampa che tuonavano così “La
vecchia politica dei "giovani-vecchi" e i patti non rispettati”, che
non sono frasi nostre ma di Rifondazione
… ma le frasi del Sindaco e quelle di Rifondazione rischiano solo di apparire
l’ennesima commedia che portano in effetti solo annunci ad effetto e poca
sostanza … mentre ai cittadini non resta che … pagare più tributi comunali.
(Intervento letto dal Consigliere Giorgio Salvetti
a nome anche dei Consiglieri
Euro Mazzi, Isoppo Maria Luisa e Francesco Baracchini
durante il Consiglio Comunale del 28/7/2014)
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