In questo ultimo periodo a
Castelnuovo e Ortonovo abbiamo vissuto momenti di intensa partecipazione
elettorale, prima attorno al referendum del 9/2/14, poi con la elezione del
25/5/14. C’è stato scontro, ma poco
confronto, soprattutto c’è stata poca analisi e poco dibattito sulle
problematiche sottoposte al giudizio della popolazione
Siamo partiti da LUNI: il grande sogno.
Questa Amministrazione a guida
Favini, di cui alcuni di Voi erano assessori o consiglieri, ha approvato un
progetto di fusione senza un vero e proprio studio di fattibilità, ma solo
basata su puri auspici che lo slogan “10 Buoni motivi per essere
Uniti” (che campeggiavano
abusivamente sul sito del Comune) ben rappresentano per la genericità,
superficialità e demagogia le fondamenta propagandistica del progetto di
fusione.
A
suo tempo abbiamo insistito sull’errore stesso di aver posto attenzione
all’istituto della fusione, che produce solo una modifica meramente
territoriale dei comuni interessati, ma non incide sull’organizzazione dei
servizi e sui loro costi. La fusione è istituto prettamente indirizzato
all’eliminazione di quelle realtà municipali che, per le ridottissime
dimensioni e per la consequenziale ristrettezza economica, sono inadeguate a
garantirsi da sole un’idonea “sopravvivenza”; dunque era sbagliato lo strumento
in sé oltre a non avere alla base uno studio di fattibilità ed avere come
presupposto solo le esigenze della partitocrazia locale.
In questo contesto sono nate le delibere che
oggi revochiamo, prive di analisi, sfornite di progetto, carenti di
prospettiva, che miravano solo ai contributi regionali e a propagandare la
proposta di fusione, erano cioè uno strumento di propaganda elettorale che
amministrativamente mirava solo a tappare i buchi presenti nell’organico dei
due comuni.
La
conferma di quanto allora dicevamo è contenuta nella delibera che oggi
discutiamo e che voi approverete (ma che noi non approveremo): i due sindaci
Pietrini e Montebello hanno deciso di convocare i rispettivi Consigli Comunali onde addivenire
allo scioglimento consensuale della Convenzione-quadro, e conseguentemente di
tutte le Convenzioni attuative in essere ad oggi: –Segreteria/Affari Generali;
-Servizi finanziari/Tributari; -Servizi educativi e culturali; -Sportello unico
delle attività produttive.
Insomma ora riconoscete la inutilità di queste delibere nate
solo da esigenze non organizzative, ma puramente di propaganda elettorale, cioè
avete piegato l’Amministrazione Comunale di Castelnuovo e di Ortonovo alle
Vostre esigenze partitocratiche e oggi le revocate.
Non si governa così, si deve avere senso dello Stato e
rispetto per le Amministrazione che non sono cosa vostra, ma sono la casa di
tutti e per questo vanno rispettati, e in tal senso Vi ricordo che siete stati
per ben due volte sanzionati dal Garante delle Telecomunicazioni proprio per
aver utilizzato l’Amministrazione Comunale piegandola alle Vostre necessità di
propaganda. Che non accada più!!!
Dopo il referendum siamo passati alla grande occasione sprecata
Dopo il referendum siamo passati alla grande occasione sprecata
Per mesi abbiamo subito articoli che
inneggiavano alla grande occasione perduta con la fusione. In proposito
riportiamo il commento apparso sulla stampa di Giorgio Baudone (ex assessore e
Vostre sostenitore) che ha scritto: “Non
se ne può proprio più. La grande
mistificazione continua. Come è possibile che 2.639 castelnovesi non
abbiano voluto credere alle grandi opportunità che i milioni (quali? Quanti ?),
elargiti a fusione avvenuta, avrebbero consentito? Possibile che la propaganda
di una decina di sbandati abbia
incantato la stragrande maggioranza di castelnovesi che sono andati a votare?
Qualcuno di Ortonovo ha anche scritto che noi di Castelnuovo non siamo
ospitali, che siamo come gli svizzeri. Che siamo legati al campanile e che
abbiamo paura del nuovo. Stiamo tutti più calmi, per favore. I cittadini di
Castelnuovo hanno semplicemente rifiutato una proposta confusa, presentata
male, basata su niente di concreto e che, a parte le grandi fortune (tutte da
verificare ) promesse ai viticoltori, nulla di realmente positivo riservava per
tutti gli altri. E per di più cercando di farla passare, con tutto quel
possente schieramento che da Genova in giù ha coinvolto associazioni varie,
Doria e Vinai, Fassino e il vescovo della Spezia, i medici e i pediatri di
famiglia e i sindacati, con lo stesso
sistema dei nominati alle elezioni, come ha scritto sulla Nazione
dell'11 febbraio scorso Emanuela Rosi. Cioè volendola imporre con arroganza e
prepotenza”.
Ora la insensatezza al potere
La delibera che oggi discutiamo è
figlia di questo clima, è la risposta sbagliata a chi ha pensato alla fusione
come grande sogno e poi si è all’improvviso svegliato e ha scoperto che stava
dormendo e sognava una realtà non vera. La reazione è appunto il porre fine a
queste negative delibere, chiudendo così
ogni prospettiva di associazione di servizi o di unione comunale tra i due
comuni di Castelnuovo e di Ortonovo. E così risbagliate un’altra volta
Al di là di qualsivoglia presa di posizione campanilistica, a
differenza di quanto avvenga con la costituzione ex novo di un comune
unico, la gestione associata non mette, infatti, “a repentaglio” l’identità
storica e sociale del singolo comune coinvolto, non si può non riconoscere e
considerare la profonda diversità, sia per struttura che per finalità, che
sussiste tra associazione dei servizi e unione comunale (da una parte) e la fusione di
comuni (dall’altra).
Questa delibera ha il merito di eliminare delibere sbagliate,
fatte frettolosamente e per motivi di propaganda elettorale, ma sbaglia a
revocare l’associazione dei servizi cosa buona e positiva che andava pensata
diversamente e realizzata meglio, ma non eliminata. Questa delibera non tiene
conto che la legge impone ad una Regione Liguria inadempiente di individuare, con propria legge e
secondo i principi di economicità, efficienza e riduzione delle spese, la “dimensione
territoriale ottimale ed omogenea per area geografica” per lo svolgimento
delle funzioni fondamentali comunali e di stabilire, nei confronti dei comuni
che presenteranno una dimensione territoriale inferiore quella ottimale, un
termine entro cui avviare l’obbligatorio esercizio in forma associata.
In tutta la vicenda referendaria e
in questa attuale è mancato il dibattito e il confronto popolare. Allora noi
sosteniamo con forza la necessita di attivare un processo partecipativo, un percorso di discussione organizzata che viene avviato in
riferimento ad un progetto futuro o ad una futura norma di unione comunale, mettendo
in comunicazione i diversi attori della comunità interessata e le istituzioni
pubbliche così da ottenere una completa rappresentazione delle diverse
posizioni e giungere ad una mediazione o un accordo. Il processo partecipativo
si dovrebbe poi concludere con l'approvazione o sospensione della proposta.
Per questi motivi, pur condividendo
l’eliminazione di delibere sbagliate, non condividiamo il senso politico e il
significato amministrativo dell’atto che oggi discutiamo, dovendosi semmai
prima esaminare e discutere di come costruire un progetto di associazione di
servizi quale primo passo dell’attivazione delle Unioni Comunali. Per questo
votiamo no a questa delibera che riteniamo parzialmente, ma profondamente
sbagliata.
Intervento del Consigliere Maria Luisa Isoppo nel Consiglio Comunale del 22/9/2014, anche a nome dei consiglieri Euro Mazzi, Giorgio Salvetti e Francesco Baracchini
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