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martedì 30 settembre 2014

LA GRANDE MISTIFICAZIONE: due Comunità piegate dai capricci della partitocrazia

In questo ultimo periodo a Castelnuovo e Ortonovo abbiamo vissuto momenti di intensa partecipazione elettorale, prima attorno al referendum del 9/2/14, poi con la elezione del 25/5/14. C’è stato scontro, ma poco confronto, soprattutto c’è stata poca analisi e poco dibattito sulle problematiche sottoposte al giudizio della popolazione
Siamo partiti da LUNI: il grande sogno.
Questa Amministrazione a guida Favini, di cui alcuni di Voi erano assessori o consiglieri, ha approvato un progetto di fusione senza un vero e proprio studio di fattibilità, ma solo basata su puri auspici che lo slogan “10 Buoni motivi per essere Uniti” (che campeggiavano abusivamente sul sito del Comune) ben rappresentano per la genericità, superficialità e demagogia le fondamenta propagandistica del progetto di fusione.

A suo tempo abbiamo insistito sull’errore stesso di aver posto attenzione all’istituto della fusione, che produce solo una modifica meramente territoriale dei comuni interessati, ma non incide sull’organizzazione dei servizi e sui loro costi. La fusione è istituto prettamente indirizzato all’eliminazione di quelle realtà municipali che, per le ridottissime dimensioni e per la consequenziale ristrettezza economica, sono inadeguate a garantirsi da sole un’idonea “sopravvivenza”; dunque era sbagliato lo strumento in sé oltre a non avere alla base uno studio di fattibilità ed avere come presupposto solo le esigenze della partitocrazia locale.
In questo contesto sono nate le delibere che oggi revochiamo, prive di analisi, sfornite di progetto, carenti di prospettiva, che miravano solo ai contributi regionali e a propagandare la proposta di fusione, erano cioè uno strumento di propaganda elettorale che amministrativamente mirava solo a tappare i buchi presenti nell’organico dei due comuni.
La conferma di quanto allora dicevamo è contenuta nella delibera che oggi discutiamo e che voi approverete (ma che noi non approveremo): i due sindaci Pietrini e Montebello hanno deciso di convocare i rispettivi Consigli Comunali onde addivenire allo scioglimento consensuale della Convenzione-quadro, e conseguentemente di tutte le Convenzioni attuative in essere ad oggi: –Segreteria/Affari Generali; -Servizi finanziari/Tributari; -Servizi educativi e culturali; -Sportello unico delle attività produttive.
Insomma ora riconoscete la inutilità di queste delibere nate solo da esigenze non organizzative, ma puramente di propaganda elettorale, cioè avete piegato l’Amministrazione Comunale di Castelnuovo e di Ortonovo alle Vostre esigenze partitocratiche e oggi le revocate.
Non si governa così, si deve avere senso dello Stato e rispetto per le Amministrazione che non sono cosa vostra, ma sono la casa di tutti e per questo vanno rispettati, e in tal senso Vi ricordo che siete stati per ben due volte sanzionati dal Garante delle Telecomunicazioni proprio per aver utilizzato l’Amministrazione Comunale piegandola alle Vostre necessità di propaganda. Che non accada più!!!
Dopo il referendum siamo passati alla grande occasione sprecata
Per mesi abbiamo subito articoli che inneggiavano alla grande occasione perduta con la fusione. In proposito riportiamo il commento apparso sulla stampa di Giorgio Baudone (ex assessore e Vostre sostenitore) che ha scritto: “Non se ne può proprio più. La grande mistificazione continua. Come è possibile che 2.639 castelnovesi non abbiano voluto credere alle grandi opportunità che i milioni (quali? Quanti ?), elargiti a fusione avvenuta, avrebbero consentito? Possibile che la propaganda di una decina di sbandati abbia incantato la stragrande maggioranza di castelnovesi che sono andati a votare? Qualcuno di Ortonovo ha anche scritto che noi di Castelnuovo non siamo ospitali, che siamo come gli svizzeri. Che siamo legati al campanile e che abbiamo paura del nuovo. Stiamo tutti più calmi, per favore. I cittadini di Castelnuovo hanno semplicemente rifiutato una proposta confusa, presentata male, basata su niente di concreto e che, a parte le grandi fortune (tutte da verificare ) promesse ai viticoltori, nulla di realmente positivo riservava per tutti gli altri. E per di più cercando di farla passare, con tutto quel possente schieramento che da Genova in giù ha coinvolto associazioni varie, Doria e Vinai, Fassino e il vescovo della Spezia, i medici e i pediatri di famiglia e i sindacati, con lo stesso sistema dei nominati alle elezioni, come ha scritto sulla Nazione dell'11 febbraio scorso Emanuela Rosi. Cioè volendola imporre con arroganza e prepotenza”.
Ora la insensatezza al potere
La delibera che oggi discutiamo è figlia di questo clima, è la risposta sbagliata a chi ha pensato alla fusione come grande sogno e poi si è all’improvviso svegliato e ha scoperto che stava dormendo e sognava una realtà non vera. La reazione è appunto il porre fine a queste negative delibere,  chiudendo così ogni prospettiva di associazione di servizi o di unione comunale tra i due comuni di Castelnuovo e di Ortonovo. E così risbagliate un’altra volta
Al di là di qualsivoglia presa di posizione campanilistica, a differenza di quanto avvenga con la costituzione ex novo di un comune unico, la gestione associata non mette, infatti, “a repentaglio” l’identità storica e sociale del singolo comune coinvolto, non si può non riconoscere e considerare la profonda diversità, sia per struttura che per finalità, che sussiste tra associazione dei servizi e unione comunale (da una parte)  e la fusione di comuni (dall’altra).
Questa delibera ha il merito di eliminare delibere sbagliate, fatte frettolosamente e per motivi di propaganda elettorale, ma sbaglia a revocare l’associazione dei servizi cosa buona e positiva che andava pensata diversamente e realizzata meglio, ma non eliminata. Questa delibera non tiene conto che la legge impone ad una Regione Liguria inadempiente di individuare, con propria legge e secondo i principi di economicità, efficienza e riduzione delle spese, la “dimensione territoriale ottimale ed omogenea per area geografica” per lo svolgimento delle funzioni fondamentali comunali e di stabilire, nei confronti dei comuni che presenteranno una dimensione territoriale inferiore quella ottimale, un termine entro cui avviare l’obbligatorio esercizio in forma associata.
In tutta la vicenda referendaria e in questa attuale è mancato il dibattito e il confronto popolare. Allora noi sosteniamo con forza la necessita di attivare un processo partecipativo, un percorso di discussione organizzata che viene avviato in riferimento ad un progetto futuro o ad una futura norma di unione comunale, mettendo in comunicazione i diversi attori della comunità interessata e le istituzioni pubbliche così da ottenere una completa rappresentazione delle diverse posizioni e giungere ad una mediazione o un accordo. Il processo partecipativo si dovrebbe poi concludere con l'approvazione o sospensione della proposta.
Per questi motivi, pur condividendo l’eliminazione di delibere sbagliate, non condividiamo il senso politico e il significato amministrativo dell’atto che oggi discutiamo, dovendosi semmai prima esaminare e discutere di come costruire un progetto di associazione di servizi quale primo passo dell’attivazione delle Unioni Comunali. Per questo votiamo no a questa delibera che riteniamo parzialmente, ma profondamente sbagliata.
Intervento del Consigliere Maria Luisa Isoppo nel Consiglio Comunale del 22/9/2014, anche a nome dei consiglieri Euro Mazzi, Giorgio Salvetti e Francesco Baracchini
 
 

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