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mercoledì 24 settembre 2014

RIDURRE LA SPESA COMUNALE SENZA TAGLIARE I SERVIZI: è possibile con un nuovo modo di organizzare il Comune.

Il Consigliere Salvetti nel suo intervento ha spiegato le ragioni politiche e amministrative del nostro dissenso rispetto a questo Vostro insensato modo di operare. Con questo mio intervento vorrei invece approfondire il senso positivo delle associazioni dei servizi e delle Unioni Comunali.
Già Salvetti ha evidenziato la necessità di non aumentare le tasse, anzi di ridurle compensate da altrettanti tagli della spesa pubblica. Oggi è fondamentale attivare tutti gli strumenti che permettono una sostanziale riduzione della spesa pubblica sia attraverso i tagli di quelle inutili e degli sprechi, sia soprattutto riorganizzando la gestione dei servizi per aumentarne l’efficacia  e l’efficienza.

La riduzione dei costi e delle spese nel settore pubblico è questione strategica e fondamentale. Il tema attuale, dunque, è quello della nuova governance dei Comuni che passa attraverso prima la gestione in forma associativa delle funzioni e dei servizi che i Comuni sono tenuti ad erogare ai cittadini e alle imprese del territorio di competenza; poi passa per le Unioni Comunali quale completamento di un percorso di gradualità verso forme più evolute di organizzazione dei servizi improntate da una gestione manageriale e da una informatizzazione spinta, quale unico modo per superare le diseconomie che si producono con la gestione tradizionale degli enti locali interessati e raggiungendo auspicati livelli di adeguatezza, attraverso cui si possono determinare economie di scala ed un aumento del peso politico del soggetto associato, aspetto non secondario, per i territori che si pongono l'obiettivo di intercettare gli ingenti mezzi finanziari che l'Europa mette a disposizione delle autonomie locali territoriali.
Quindi Noi siamo convinti che occorre investire intelligenze e risorse nell’organizzazione e nell’esercizio in forma associata di funzioni e servizi (prima) e di Unioni Comunali (poi), al fine di conseguire semplificazioni nelle procedure e nell’organizzazione dei servizi comunali, quale condizione per conseguire risparmi nel rispetto e valorizzazione del principio dell’autonomia dei Comuni.
Non esiste altro modo per poter ridurre la spesa pubblica senza rinunciare a elevati standard qualitativi dei servizi erogati, quale condizione per abbassare la pressione fiscale sui cittadini, elemento indispensabile per assicurare una ripresa economica per il nostro territorio, ma in generale per l’Italia.
Ciò che è mancato nella precedente amministrazione è il coraggio di avviare un dibattito in Consiglio Comunale e nella popolazione su queste questioni. Soprattutto sono mancate analisi, studi ed elaborazioni di modelli organizzativi dell’organizzazione comunale. La stipula di una  convenzione presuppone pertanto la congrua analisi dei suoi effetti finanziari sul bilancio dell'ente, nonché la verifica che essa non comporti il superamento dei limiti di spesa per il personale.
La delibera n. 3 del 27/4/2012, per quanto fatta male e nonostante le molte contraddizioni, rientrava in questo contesto e, dunque, non deve essere revocata perché se ne condivide la sua finalità generale di tentativo di possibile riduzione dell’intera spesa correlata all’esercizio delle funzioni ora esercitate dal solo nostro Comune.
Stante l’attuale quadro normativo, del resto, le convenzioni dovranno progressivamente estendersi a tutte le funzioni e i servizi fondamentali, essere stipulate per un bacino almeno di 10.000 abitanti, tutte con enti rientranti nella provincia e nell’area omogenea individuata dalla Regione. 
La convenzione per regolare l’associazione di servizi è un “accordo organizzativo, di natura contrattuale, che ha ad oggetto una o più attività amministrative di competenza degli enti contraenti. E’ un istituto associativo previsto, per la prima volta, dalla legge 142 del 1990 con lo scopo di consentire ai Comuni di avvalersi, per l’esercizio associato dei servizi e delle funzioni di competenza locale, di uno strumento estremamente più agevole dei consorzi, che rappresentavano (nel regime anteriore la legge 142 del 1990) la forma tradizionale ed esclusiva per realizzare la cooperazione tra gli enti locali. La convenzione è lo strumento di cooperazione intercomunale dotato del maggior grado di flessibilità, in quanto agisce in maniera non traumatica sull’assetto amministrativo degli enti interessati, dando il via ad un processo che si presta ad essere proseguito in modo graduale e che, peraltro, resta nel completo dominio degli enti locali convenzionati e che deve poi confluire nelle Unioni Comunali. L’associazione dei servizi non comporta la nascita di un nuovo soggetto giuridico distinto dagli enti interessati, ma dà luogo, più semplicemente, ad “accordi” tra gli stessi enti rivolti allo svolgimento, in maniera associata, di potestà pubbliche o di servizi, attraverso i mezzi strumentali e le risorse umane messe a disposizione dagli enti interessati. In altri termini, le funzioni e i servizi oggetto dell’accordo, benché svolti in forma associata, restano sempre nella titolarità degli enti partecipanti alla convenzione stessa.
Dunque, riteniamo che la Conferenza dei due Sindaci del 27 agosto 2014 sia stata troppo precipitosa nel limitarsi al solo prendere atto dell'esito del referendum consultivo finalizzato alla possibile fusione dei due Enti. L’associazione dei servizi non doveva essere legata alla fusione, è sbagliato limitarsi al prendere atto della mutata situazione politica e del venir meno delle ragioni politiche che avevano sostenuto la proposta di fusione.
Sotto questo profilo sarebbe stato meglio attivare prima un dibattito tra i due consigli comunali, come era stato deciso nella mozione approvata da tutti che era stata presentata dal Consigliere Marchi. Perché non si è fatto questo dibattito? Perché non si discute approfonditamente su queste questioni? Perché avete sempre frenesia nel decidere  sapendo già che avete sbagliato nel 2013 e ora sbagliate di nuovo?
Così avete sbagliato prima, così continuate a sbagliare ora, così non si amministra né si governa, così si sciupano le occasioni per un futuro migliore.
 
Intervento del Consigliere Comunale Francesco Baracchini, a suo nome e per conto dei consiglieri Euro Mazzi, Maria Luisa Isoppo e Giorgio Salvetti

 

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