
Già Salvetti ha evidenziato la
necessità di non
aumentare le tasse, anzi di ridurle compensate da altrettanti tagli della spesa
pubblica. Oggi è fondamentale attivare tutti gli strumenti che permettono una
sostanziale riduzione della spesa
pubblica sia attraverso i tagli di quelle inutili e degli sprechi, sia
soprattutto riorganizzando la gestione dei servizi per aumentarne
l’efficacia e l’efficienza.
La riduzione dei costi e delle spese nel settore pubblico è questione strategica e fondamentale. Il tema attuale, dunque, è quello della nuova governance dei Comuni che passa attraverso prima la gestione in forma associativa delle funzioni e dei servizi che i Comuni sono tenuti ad erogare ai cittadini e alle imprese del territorio di competenza; poi passa per le Unioni Comunali quale completamento di un percorso di gradualità verso forme più evolute di organizzazione dei servizi improntate da una gestione manageriale e da una informatizzazione spinta, quale unico modo per superare le diseconomie che si producono con la gestione tradizionale degli enti locali interessati e raggiungendo auspicati livelli di adeguatezza, attraverso cui si possono determinare economie di scala ed un aumento del peso politico del soggetto associato, aspetto non secondario, per i territori che si pongono l'obiettivo di intercettare gli ingenti mezzi finanziari che l'Europa mette a disposizione delle autonomie locali territoriali.

Non esiste altro modo per poter ridurre la spesa
pubblica senza rinunciare a elevati standard qualitativi dei servizi erogati,
quale condizione per abbassare la pressione fiscale sui cittadini, elemento
indispensabile per assicurare una ripresa economica per il nostro territorio,
ma in generale per l’Italia.
Ciò che è mancato nella precedente amministrazione è il
coraggio di avviare un dibattito in Consiglio Comunale e nella popolazione su
queste questioni. Soprattutto sono mancate analisi, studi ed elaborazioni di
modelli organizzativi dell’organizzazione comunale. La stipula di una convenzione presuppone pertanto la congrua
analisi dei suoi effetti finanziari sul bilancio dell'ente, nonché la verifica
che essa non comporti il superamento dei limiti di spesa per il personale.
La delibera n. 3 del 27/4/2012, per quanto
fatta male e nonostante le molte contraddizioni, rientrava in questo contesto
e, dunque, non deve essere revocata perché se ne condivide la sua finalità
generale di tentativo di possibile riduzione dell’intera spesa correlata all’esercizio delle
funzioni ora esercitate dal solo nostro Comune.
Stante
l’attuale quadro normativo, del resto, le convenzioni dovranno progressivamente
estendersi a tutte le funzioni e i servizi fondamentali, essere stipulate per
un bacino almeno di 10.000 abitanti, tutte con enti rientranti nella provincia
e nell’area omogenea individuata dalla Regione.

Dunque,
riteniamo che la Conferenza dei due Sindaci del 27 agosto 2014 sia stata troppo
precipitosa nel limitarsi al solo prendere atto dell'esito del referendum
consultivo finalizzato alla possibile fusione dei due Enti. L’associazione dei
servizi non doveva essere legata alla fusione, è sbagliato limitarsi al
prendere atto della mutata situazione politica e del venir meno delle ragioni
politiche che avevano sostenuto la proposta di fusione.
Sotto
questo profilo sarebbe stato meglio attivare prima un dibattito tra i due
consigli comunali, come era stato deciso nella mozione approvata da tutti che
era stata presentata dal Consigliere Marchi. Perché non si è fatto questo
dibattito? Perché non si discute approfonditamente su queste questioni? Perché
avete sempre frenesia nel decidere
sapendo già che avete sbagliato nel 2013 e ora sbagliate di nuovo?
Così
avete sbagliato prima, così continuate a sbagliare ora, così non si amministra
né si governa, così si sciupano le occasioni per un futuro migliore.
Intervento del Consigliere Comunale Francesco Baracchini, a suo nome e per conto dei consiglieri Euro Mazzi, Maria Luisa Isoppo e Giorgio Salvetti
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