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sabato 22 luglio 2017

DIFENDERE IL PARCO DI MONTEMARCELLO DAI “GIOCHI DI POTERE” … (terza parte)

Nel Consiglio Comunale del 20/7/2017 è stata discussa la interpellanza presentata dai consiglieri comunali di Noi per Castelnuovo sul ricorso al Tar presentato dal Comune di Castelnuovo Magra contro la Regione per il diniego all’entrata del Comune quale membro effettivo nella Comunità del Parco Montemarcello-Magra-Vara (Per vedere il post precedente: QUI).
Il Sindaco Montebello ha risposto affermando che: a) la spesa per il ricorso è al momento di circa € 2.500; b) la scelta dell’avvocato è dovuta alla circostanza che “in passato e anche recentemente si è occupato del Parco e si è occupato di questioni del Parco; c) la causa è ferma e non è stata fissata al momento alcuna udienza; d) sulle motivazioni della causa ha pesato soprattutto “l’evidentissima disparità di trattamento con i comuni di Riccò del Golfo e di Pignone che erano stati in precedenza ammessi al Parco; e) su queste basi il Comune ha sostenuto il suo diritto legittimo di entrare nelle aree di relazione con il Parco e, quindi, nella Comunità del Parco con tutti i diritti come avvenuto in precedenza per Riccò del Golfo e per Pignone; f) al Comune interessava sia la tutela ambientale che di avere una maggiore facilità di accedere a finanziamenti europei.

Il Sindaco Montebello ha, però, riconosciuto “con dispiacere” che la Regione ha riconosciuto come vera la disparità di trattamento tra i nuovi richiedenti (i comuni di Castelnuovo Magra e Ortonovo) con quelli già in precedenza inseriti nel Parco (i comuni di Riccò del Golfo e di Pignone) e, quindi, li ha fatto uscire. Il Sindaco ha constatato amaramente che: “è vero non abbiamo centrato l’obiettivo che volevamo perché ora sono 4 comuni fuori dal Parco”.
Il Sindaco Montebello si è dichiarato, però, fiducioso, poiché (grazie a finanziamenti P.S.R. a favore del Parco richiesti proprio per sostenere le spese della revisione del Piano del Parco da finire entro il 2018) esiste la promessa di far entrare i 4 comuni ora esclusi (i comuni di Castelnuovo Magra, Ortonovo, Riccò del Golfo e di Pignone) nei territori di pertinenza del Parco e, quindi, conseguentemente come membri della Comunità del Parco.
Infine, il Sindaco Montebello ha giustificato il ricorso giudiziario perché: “Ci interessava con questo ricorso porre la Regione e il Parco di fronte alle nostre richieste. I nostri obiettivi stanno andando lentamente a compimento e poi valuteremo se ritirare il provvedimento, in quanto sappiamo che essendo pendente il ricorso questo è come una spada di Damocle”.
Alle risposte del Sindaco, replicava il consigliere Euro Mazzi, evidenziando come la Giunta Montebello non abbia saputo neanche scegliere l’avvocato, in quanto non è era stato utilizzato l’avvocato già convenzionato da molto tempo per adottare un avvocato che però aveva un “evidente conflitto di interessi”, essendo un avvocato di un Ente regionale che fa un ricorso contro la Regione stessa … una situazione imbarazzante e assurda.
Il consigliere Mazzi ha poi contestato al Sindaco e alla Giunta Montebello:
1) di non aver rispettato il mandato conferito dal Consiglio Comunale (con la delibera Consiglio Comunale n. 32 del 26/11/2014, votata all’unanimità) che si limitava a richiedere “l’inserimento dell’area umida comunale sita in località “Paduletti” nel sistema delle “Aree di Relazione Territoriale” del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara” (Per vedere il post precedente: QUI), mentre è stato perseguito l’obiettivo di far entrare il Comune come membro effettivo del Parco, scatenando la diatriba anche giudiziaria e le conseguenti polemiche;
2) in accordo con l’allora presidenza del Parco sono stati attivati “vari marchingegni” per far entrare Castelnuovo e Ortonovo nella Comunità del Parco, pur non essendo previsto dalle norme regionali e dallo Statuto;
3) anche se quando è partito il procedimento non c’era ancora la prospettiva immediata delle elezioni per il rinnovo delle cariche, la richiesta di entrare a tutti gli effetti nel Parco era motivata dall’esigenza di un partito (il PD) di avere due voti in più per condizionare l’elezione del Consiglio del Parco e del suo Presidente. Questa circostanza conferma che si è trattato di “giochi di potere di un partito: il PD” per contare di più nel Parco;
4) sul merito delle ragioni del ricorso occorre evidenziare come il Sindaco non abbia risposto, limitandosi a porre l’accento sulla disparità di trattamento con i due comuni di Riccò e di Pignone e, quindi, è una “magra consolazione” aver ottenuto l’obiettivo buttare fuori due comuni che irregolarmente erano stati in precedenza messi dentro al Parco”, ma questo singolare obiettivo è stato ottenuto spendendo soldi dei castelnovesi;
5) già in precedenza avevamo indicato come solo con la modifica dei confini del Parco avremmo potuto effettivamente e regolarmente entrare nel Parco, ma tale risultato non lo si poteva ottenere né con l’irregolare procedura adottata, né con il conseguente ricorso giudiziario, ma solamente con la modifica del Piano del Parco  (Per vedere il post precedente: QUI);
6) nel merito del ricorso non solo il Sindaco Montebello non ha risposto, ma nella interpellanza presentata erano state riportate con precisione tutte le contraddizioni presenti, evidenziando come assurdamente siano state utilizzate le stesse affermazioni utilizzate dalla Regione per motivare l’esclusione e, quindi, come il Comune di fatto “si sia dato torto da solo”. Il ricorso è sbagliato in sé, per carenza di motivazioni e perché, comunque, non porterebbe mai al raggiungimento dell’obiettivo;
7) andava ricercata una soluzione non giudiziaria, ma politica cioè trattando con la Regione per individuare il corretto percorso per poi ricominciare la procedura e portarla a compimento.
In conclusione, la Giunta Montebello non ha rispettato il mandato del Consiglio Comunale, ha perseguito l’obiettivo entrare nella Comunità del Parco con tutti i poteri solo per meri “giochetti di partito”, ha contribuito a fare una gran confusione sul Parco e, quindi, ha “abusato del mandato” ricevuto  con la delibera consigliare n. 32 del 26/11/2014, votata all’unanimità. Per tale “abuso di mandato” il Sindaco dovrebbe dimettersi, anche se questo invito non verrà accolto dal Sindaco in quanto ancora convinto di aver fatto bene.
In conseguenza delle polemiche attuali sull’eventuale chiusura del Parco di Montemarcello il consigliere Mazzi annuncia che parteciperà alla “battaglia” per il suo mantenimento, precisando però come occorra contrastare ogni: “Vostra volontà di metterci le “mani sopra” perché non è giusto spendere dei soldi pubblici per garantire il proprio potere. Quindi noi lotteremo per il mantenimento del Parco, ma anche contro di Voi perché Voi siete la rappresentazione di questa cattiva gestione del potere”.
L’assessore Marchese replicava, affermando che il consigliere regionale Costa con la sua proposta di abolizione del Parco di Montemarcello non parte con la motivazione della difesa dalla cattiva politica, ma dai troppi “lacci, laccioli e vincoli”, dimenticando che la tutela ambientale attiva deve essere preminente. Ha infine ricordato come per arrivare alla impostazione della delibera consigliare n. 32 del 26/11/2014 la Giunta Montebello si sia ispirata alla precedente esperienza dei Comuni di Riccò e di Pignone e, quindi, come non fosse nelle intenzioni della Giunta di arrivare alla loro estromissione, ma al contrario di seguirne le loro vicende con l’ammissione nella Comunità del Parco.
Il consigliere Mazzi replicava ulteriormente, affermando che la vicenda della mancata entrata nel Parco evidenzia l’importanza dell’alternanza, poiché solo l’alternanza permette attraverso un contrasto di idee e di interessi diversi di poter evidenziare gli errori precedenti; era stato un errore far entrate i due comuni di Riccò e di Pignone nella Comunità del Parco ed è stato un errore replicare con la stessa procedura per Castelnuovo e Ortonovo. Il cambio avvenuto alla guida della Regione ha permesso appunto di evidenziare questi errori.
Inoltre, se è doverosa la tutela ambientale bisogna evitare di limitarsi ad "annunciarla", poiché occorre praticarla effettivamente e allora … come si spiega che nel territorio del Parco, lungo le sponde del Magra siano affiorate decine di discariche abusive? E come è ancora possibile che esistano problematiche ambientali gravi come i frantoi, le darsene, i cantieri, ecc.?
Nel corso del Consiglio comunale del 26/11/2014 era stato già messo in evidenza la presenza di due criticità ambientali intorno all’area dei Paduletti: il depuratore comunale e l’area delle segherie con una evidente discarica di marmettola. Sul depuratore esistono varie perplessità, mentre sulla discarica di marmettola occorre ricordare che il presupposto per attivare il riempimento della ex Cava Filippi con una discarica autorizzata dalla Regione era appunto di metterci dentro quella marmettola già presente nel territorio (sia nell’area dei Paduletti che di Tavolara), ma non c’è stato alcun movimento di marmettola in uscita da questi territori,  mentre la discarica della Cava Filippi è stata riempita soprattutto con i fanghi provenienti da altri comuni, in particolare di quelli apuani.
Dunque, l’ambiente nella realtà non è stato pienamente tutelato!
In precedenza, era stato rivolto l’invito a reimpostare nuovamente l’operazione sulla base del mandato originario, ma la Giunta Montebello evidentemente non ha fatto alcuna riflessione conscia di “avere sempre ragione a prescindere”, evitando di confrontarsi con la realtà … per poi “andare a sbattere” … purtroppo per i castelnovesi che ne pagano le conseguenze.
Ecco perché ci vorrebbe finalmente un’alternanza alla guida anche del Comune di Castelnuovo.
Euro Mazzi



Per vedere i precedenti post:
1)      L’AREA DELLE PADULE NEL PARCO NATURALE DI MONTEMARCELLO: QUI
2)
      ENTRARE NEL PARCO DI MONTEMARCELLO CON PROCEDURE OPPORTUNE SENZA RICORRERE AL TAR: QUI
3) CASTELNUOVO/PARCO E MARAMEO … "Vengo anch'io. No tu no": QUI
 
 

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