Nel
Consiglio Comunale del 20/7/2017 è stata discussa la interpellanza presentata
dai consiglieri comunali di Noi per Castelnuovo sul ricorso al
Tar presentato dal Comune di Castelnuovo Magra contro la Regione per il diniego
all’entrata del Comune quale membro effettivo nella Comunità del Parco Montemarcello-Magra-Vara (Per vedere il post precedente: QUI).
Il
Sindaco Montebello ha risposto affermando che: a) la spesa per il ricorso è al
momento di circa € 2.500; b) la scelta dell’avvocato è dovuta alla circostanza
che “in passato e anche recentemente si è
occupato del Parco
e si è occupato di questioni del Parco”; c) la causa è ferma e non è stata
fissata al momento alcuna udienza; d) sulle motivazioni della causa ha pesato
soprattutto “l’evidentissima disparità di
trattamento con i comuni di Riccò del Golfo e di Pignone che erano stati in
precedenza ammessi al Parco”; e) su queste basi il Comune ha
sostenuto il suo diritto legittimo di entrare nelle aree di relazione con il Parco e,
quindi, nella Comunità del Parco con tutti i diritti come avvenuto in
precedenza per Riccò del Golfo e per Pignone; f) al Comune interessava sia la
tutela ambientale che di avere una maggiore facilità di accedere a finanziamenti
europei.
Il Sindaco Montebello ha, però, riconosciuto “con dispiacere” che la Regione ha riconosciuto come vera la disparità di trattamento tra i nuovi richiedenti (i comuni di Castelnuovo Magra e Ortonovo) con quelli già in precedenza inseriti nel Parco (i comuni di Riccò del Golfo e di Pignone) e, quindi, li ha fatto uscire. Il Sindaco ha constatato amaramente che: “è vero non abbiamo centrato l’obiettivo che volevamo perché ora sono 4 comuni fuori dal Parco”.
Il
Sindaco Montebello si è dichiarato, però, fiducioso, poiché (grazie
a finanziamenti P.S.R. a favore del Parco richiesti proprio per sostenere le spese della
revisione del Piano del Parco da finire entro il 2018) esiste la promessa di
far entrare i 4 comuni ora esclusi (i comuni di Castelnuovo Magra, Ortonovo, Riccò
del Golfo e di Pignone) nei territori di pertinenza del Parco e, quindi, conseguentemente
come membri della Comunità del Parco.
Infine,
il Sindaco Montebello ha giustificato il ricorso giudiziario perché: “Ci interessava con questo ricorso porre la Regione
e il Parco
di fronte alle nostre richieste. I nostri obiettivi stanno andando lentamente a
compimento e poi valuteremo se ritirare il provvedimento, in quanto sappiamo
che essendo pendente il ricorso questo è come una spada di Damocle”.
Alle
risposte del Sindaco, replicava il consigliere Euro Mazzi, evidenziando come la
Giunta Montebello non abbia saputo neanche scegliere l’avvocato,
in quanto non è era stato utilizzato l’avvocato già convenzionato da molto
tempo per adottare un avvocato che però aveva un “evidente
conflitto di interessi”, essendo un avvocato di un Ente regionale
che fa un ricorso contro la Regione stessa … una situazione imbarazzante e assurda.
Il
consigliere Mazzi ha poi contestato al Sindaco e alla Giunta Montebello:
1)
di non aver rispettato il mandato conferito dal Consiglio Comunale (con la
delibera Consiglio Comunale n. 32 del 26/11/2014, votata all’unanimità) che si
limitava a richiedere “l’inserimento dell’area umida comunale sita
in località “Paduletti” nel sistema delle “Aree di Relazione Territoriale” del Parco
Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara” (Per vedere il post precedente: QUI), mentre è stato perseguito l’obiettivo di far entrare il Comune come membro effettivo del Parco, scatenando la
diatriba anche giudiziaria e le conseguenti polemiche;
2)
in accordo con l’allora presidenza del Parco sono stati attivati “vari marchingegni”
per far entrare Castelnuovo e Ortonovo nella Comunità del Parco, pur non essendo previsto dalle norme
regionali e dallo Statuto;
3)
anche se quando è partito il procedimento non c’era ancora la prospettiva
immediata delle elezioni per il rinnovo delle cariche, la richiesta di entrare
a tutti gli effetti nel Parco era motivata dall’esigenza di un partito (il PD) di
avere due voti in più per condizionare l’elezione del Consiglio del Parco e del
suo Presidente. Questa circostanza conferma che si è trattato di “giochi
di potere di un partito: il PD” per contare di più nel Parco;
4)
sul merito delle ragioni del ricorso occorre evidenziare come il Sindaco non abbia
risposto, limitandosi a porre l’accento sulla disparità di trattamento con i
due comuni di Riccò e di Pignone e, quindi, è una “magra
consolazione” aver ottenuto l’obiettivo “buttare fuori due comuni che irregolarmente erano stati in precedenza
messi dentro al Parco”, ma questo singolare obiettivo è stato ottenuto
spendendo soldi dei castelnovesi;
5)
già in precedenza avevamo indicato come solo con la modifica dei confini del Parco
avremmo potuto effettivamente e regolarmente entrare nel Parco, ma tale
risultato non lo si poteva ottenere né con l’irregolare procedura adottata, né
con il conseguente ricorso giudiziario, ma solamente con la modifica del Piano
del Parco (Per vedere il post precedente: QUI);
6)
nel merito del ricorso non solo il Sindaco Montebello non ha risposto, ma nella
interpellanza presentata erano state riportate con precisione tutte le
contraddizioni presenti, evidenziando come assurdamente siano state utilizzate
le stesse affermazioni utilizzate dalla Regione per motivare l’esclusione e,
quindi, come il Comune di fatto “si sia
dato torto da solo”. Il ricorso è sbagliato in sé, per carenza di motivazioni e perché, comunque, non porterebbe
mai al raggiungimento dell’obiettivo;
7) andava ricercata una soluzione non
giudiziaria, ma politica cioè trattando con la Regione per individuare il corretto percorso per poi ricominciare la
procedura e portarla a compimento.
In
conclusione, la Giunta Montebello non ha
rispettato il mandato del Consiglio Comunale, ha perseguito l’obiettivo entrare
nella Comunità del Parco con tutti i poteri solo per meri “giochetti di
partito”, ha contribuito a fare una gran confusione sul Parco e, quindi, ha “abusato
del mandato” ricevuto con la delibera
consigliare n. 32 del 26/11/2014, votata all’unanimità. Per tale “abuso di mandato” il Sindaco dovrebbe dimettersi,
anche se questo invito non verrà accolto dal Sindaco in quanto ancora convinto di aver fatto bene.
In
conseguenza delle polemiche attuali sull’eventuale chiusura del Parco di
Montemarcello il consigliere Mazzi annuncia che parteciperà alla “battaglia”
per il suo mantenimento, precisando però come occorra contrastare ogni: “Vostra volontà di metterci le “mani sopra” perché non è giusto spendere dei soldi
pubblici per garantire il proprio potere. Quindi noi lotteremo per il
mantenimento del Parco, ma anche contro di Voi perché Voi siete la
rappresentazione di questa cattiva gestione del potere”.
L’assessore
Marchese replicava, affermando che il consigliere regionale Costa con la sua
proposta di abolizione del Parco di Montemarcello non parte con la
motivazione della difesa dalla cattiva politica, ma dai troppi “lacci, laccioli e vincoli”,
dimenticando che la tutela ambientale attiva
deve essere preminente. Ha infine
ricordato come per arrivare alla impostazione della delibera consigliare n. 32
del 26/11/2014 la Giunta Montebello si sia ispirata alla precedente esperienza
dei Comuni di Riccò e di Pignone e, quindi, come non fosse nelle intenzioni
della Giunta di arrivare alla loro estromissione, ma al contrario di seguirne
le loro vicende con l’ammissione nella Comunità del Parco.
Il
consigliere Mazzi replicava ulteriormente, affermando che la vicenda della mancata
entrata nel Parco
evidenzia l’importanza dell’alternanza, poiché solo l’alternanza permette attraverso
un contrasto di idee e di interessi diversi di poter evidenziare gli errori
precedenti; era stato un errore far entrate i due comuni di Riccò e di Pignone
nella Comunità del Parco ed è stato un errore replicare con la stessa
procedura per Castelnuovo e Ortonovo. Il cambio avvenuto alla guida della
Regione ha permesso appunto di evidenziare questi errori.
Inoltre, se è
doverosa la tutela ambientale bisogna evitare di limitarsi ad "annunciarla", poiché occorre praticarla effettivamente e allora … come si spiega che nel
territorio del Parco,
lungo le sponde del Magra siano affiorate decine di discariche abusive? E come è ancora
possibile che esistano problematiche ambientali gravi come i frantoi, le
darsene, i cantieri, ecc.?
Nel
corso del Consiglio comunale del 26/11/2014 era stato già messo in evidenza la
presenza di due criticità ambientali intorno all’area dei Paduletti: il
depuratore comunale e l’area delle segherie con una evidente discarica di
marmettola. Sul depuratore esistono varie perplessità, mentre sulla discarica
di marmettola occorre ricordare che il presupposto per attivare il riempimento
della ex Cava Filippi con una discarica autorizzata dalla Regione era appunto di
metterci dentro quella marmettola già presente nel territorio (sia nell’area dei
Paduletti che di Tavolara), ma non c’è stato alcun movimento di marmettola in
uscita da questi territori, mentre la
discarica della Cava Filippi è stata riempita soprattutto con i fanghi
provenienti da altri comuni, in particolare di quelli apuani.
Dunque, l’ambiente
nella realtà non è stato pienamente tutelato!
In
precedenza, era stato rivolto l’invito a reimpostare nuovamente l’operazione
sulla base del mandato originario, ma la Giunta Montebello evidentemente non ha
fatto alcuna riflessione conscia di “avere sempre ragione
a prescindere”, evitando di confrontarsi con la realtà … per poi “andare a
sbattere” … purtroppo per i castelnovesi che ne pagano le
conseguenze.
Ecco
perché ci vorrebbe finalmente un’alternanza alla guida anche del Comune di
Castelnuovo.
Euro
Mazzi
Per vedere i precedenti post:
1) L’AREA DELLE PADULE NEL PARCO NATURALE DI MONTEMARCELLO: QUI
2) ENTRARE
NEL PARCO DI MONTEMARCELLO CON PROCEDURE OPPORTUNE SENZA RICORRERE AL TAR: QUI
3) CASTELNUOVO/PARCO E MARAMEO … "Vengo anch'io. No tu no": QUI
1) L’AREA DELLE PADULE NEL PARCO NATURALE DI MONTEMARCELLO: QUI
3) CASTELNUOVO/PARCO E MARAMEO … "Vengo anch'io. No tu no": QUI
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