Considerazioni sulla Relazione Lavori Pubblici
Ha poco senso
contestare i lavori pubblici qualunque essi siano, poiché comunque procedono a
realizzare un qualcosa di cui la collettività dovrebbe avvantaggiarsi. Dunque,
si prende atto delle scelte fatte e si augura di vederle presto concluse, ma
soprattutto che i lavori siano fatti bene e non necessitino di ulteriori
successivi interventi correttivi.
In tal senso fa
impressione vedere che si vuole ancora fare interventi sulla scuola di Palvotrisia: “Per gli interventi da aggiudicare entro il mese di
Ottobre sulla scuola elementare di Palvotrisia a seguito della prevista
concessione di fondi del Governo nell’ambito dell’iniziativa "Scuole
Sicure", fondi destinati al Comune per la manutenzione dell’edificio
scolastico ; e l’iniziativa “Scuole belle” fondi che verranno destinati
direttamente alla scuola per interventi minuti vari”.
Qui il problema
riguarda appunto lavori fatti male, per cui non c’entrano nulla i limiti alla
finanza pubblica o il blocco operato dal Patto di Stabilità. I lavori del 1 e
del 2 lotto sono terminati da pochi anni eppure la scuola di Palvotrisia fa
acqua da sotto e da sopra ... basta una occhiata dall’esterno per verificare
che le condizioni dell’intonaco sono deteriorati in molti punti.
Allora chiediamo
la convocazione del Responsabile dell’ufficio Paita che spieghi bene quanti e
quali sono i difetti di progettazione e di realizzazione di questa opera;
quante risorse occorrono per rimettere a posto la scuola. Ma soprattutto perché
aveva vinto l’appalto questa ditta costruttrice e che fine ha fatto, ma anche
di sapere quanto realmente è stata pagata la ditta poiché sono state operate
delle permute con la scuola di Colombiera dove è stato realizzato un edificio
che attualmente è ancora in fase di costruzione.
Vorremmo sapere
al più presto informazioni precise e dettagliate in merito.
Ma la relazione
continua affermando che: “L’impegno concreto dell'amministrazione si
concretizza nella progettazione, realizzazione e monitoraggio di interventi già
programmati nel settore dei lavori pubblici, con l'obiettivo di dotare la
nostra comunità delle infrastrutture necessarie per favorire un adeguato
sviluppo economico e sociale e per garantire servizi che migliorino la qualità
della vita della comunità, nonostante le restrizioni cui sono sottoposti per
legge gli Enti pubblici con particolare riguardo ai vincoli sul patto di
stabilità”.
Ora
perché sollevare i vincoli derivanti dal Patto di Stabilità? Gli Uffici hanno calcolato
il rispetto del Patto di Stabilità con apposito modello. Il revisore dei conti
a pag. 10/11 ha analizzato il bilancio e verificato la rispondenza e il rispetto
degli obiettivi del Patto di Stabilità da parte dell’attuale bilancio, che
contiene già tutte le opere annunciate anche nella relazione. Dunque, il Patto di Stabilità interno 2014
non ha comportato alcun impedimento alla programmazione degli interventi
previsti dalla Amministrazione, dunque perché allora sollevare un problema che
non esiste?
Tutti i Sindaci spesso accusano il Patto di Stabilità di impedire agli enti locali di "spendere i soldi che già hanno in cassa". Questo messaggio ha un certo effetto mediatico, ma è errato, anzi spesso è falso. Se è vero che il Patto è uno strumento oscuro, inefficiente, eterogeneo ed iniquo, è altrettanto vero che il Patto non è quello strumento che blocca la spesa pubblica come si vuole fare intendere è un limite certo, ma non un blocco e, quindi, i Sindaci fanno queste affermazioni solo come immediata scusa per coprire in realtà le proprie “inerzie”, cioè le inefficienze organizzative di un apparato burocratico che spesso funziona male.
Tutti i Sindaci spesso accusano il Patto di Stabilità di impedire agli enti locali di "spendere i soldi che già hanno in cassa". Questo messaggio ha un certo effetto mediatico, ma è errato, anzi spesso è falso. Se è vero che il Patto è uno strumento oscuro, inefficiente, eterogeneo ed iniquo, è altrettanto vero che il Patto non è quello strumento che blocca la spesa pubblica come si vuole fare intendere è un limite certo, ma non un blocco e, quindi, i Sindaci fanno queste affermazioni solo come immediata scusa per coprire in realtà le proprie “inerzie”, cioè le inefficienze organizzative di un apparato burocratico che spesso funziona male.
Se esaminiamo
il prospetto a pag. 84 della relazione programmatica vediamo che ci sono una
serie di mutui (11 per precisione) dell’ammontare complessivo di 4.119.694.47
di cui ben il 69% (pari a 2.842.613,87) sono stati contratti tra il 2006 e il
2011. Dunque che c’entra il Patto di Stabilità? Semmai c’entrano altre vicende
tutte di carattere amministrativo locale.
Per esempio il mutuo relativo alla
costruzione di impianti per la produzione di energia da fonte solare è stato
stipulato nel 2006 per la somma di
1.850.000,00 di cui fino al 2013 erano stati impegnati solo €
726.838,87, mentre per i rimanenti €
1.123.161,13 in parte sono impegnati nel 2014 e altri non sono ancora impegnati.
Lo stesso dicasi per il mutuo relativo alla Torre Castello Vescovi
di Luni contratto nel 2009 per € 693.219,87 che si stanno spendendo ora.
Lo stesso dicasi per il mutuo relativo alla sistemazione della strada di Marciano (sulle
Colline del Sole) che versa in condizioni pietose contratto nel 2010 per € 104.670,00 e non
ancora speso.
Dunque si
vorrebbe più fatti concreti, lavori fatti bene e meno spocchiosa e verbosa
dimostrazione di dinamismo che in realtà
al momento non esiste.
Considerazioni sulla Relazione Ambiente
Siamo
sicuramente concordi sulle dichiarazioni di intenti dell’Assessore Marchese
quando afferma che: “L'amministrazione
intende rafforzare il proprio impegno nella valorizzazione delle risorse
ambientali del territorio grazie a politiche e interventi che puntino a preservarne
i valori quali elementi attrattori per il turismo e il tempo libero,
soprattutto nelle zone collinari e boschive e nella piana agricola”.
Ma poi se entriamo nel merito non possiamo che
rimanere allibiti nel constatare una assoluta “acriticità” rispetto per esempio
alla fallimentare gestione dei rifiuti. Il servizio è carissimo e incide molto
sulle tasse comunali e quindi è pesantissima la ricaduta sulle tasche della
gente, ma il servizio reso è scadente e assai poco rispettoso del decoro e
della qualità ambientale.
Dunque, almeno abbiate la compiacenza di non prenderci
in giro con frasi ad effetto che invece devono essere contenute e consone alla
gravità della situazione della raccolta dei rifiuti, nonché alla grave
situazione economico e finanziaria di ACAM.
Nella gestione dei rifiuti scontiamo una cronica
incapacità di programmazione che si trascina da decenni che non ha saputo mai
chiudere il ciclo dei rifiuti in modo conveniente per le tasche dei cittadini,
ma soprattutto che sappia contenere al massimo l’impatto ambientale del suo
smaltimento. Non parliamo poi dell’assenza di un serio programma di riciclaggio dei rifiuti che
avrebbe il compito di diminuire lo smaltimento, ma soprattutto che con il
riutilizzo di materie prime secondarie potrebbe al contrario costituire un
utile contributo allo sviluppo economico, alla riduzione dei costi di
produzione e soprattutto alla riduzione del prelievo dalle tasche dei
cittadini. Ebbene su tutto questo siamo molto, ma molto lontani e l’impatto
sull’inquinamento ambientale e sulle tasche dei cittadini è altissimo.
Di fallimento si dovrebbe parlare non di “impegno nella valorizzazione delle risorse ambientali del territorio”, dunque basta con queste affermazioni di pura propaganda becera e spocchiosa e siate quanto meno più “aderenti” alla realtà fallimentare in cui siamo immersi.
Di fallimento si dovrebbe parlare non di “impegno nella valorizzazione delle risorse ambientali del territorio”, dunque basta con queste affermazioni di pura propaganda becera e spocchiosa e siate quanto meno più “aderenti” alla realtà fallimentare in cui siamo immersi.
Sotto questo profilo abbiamo seri dubbi su come sia
stato possibile ottenere la
certificazione ambientale ISO 14001:2004 dell'ente, in rapporto al cattivo
funzionamento dei sistema della raccolta dei rifiuti, ma anche del cattivo
funzionamento sia della rete fognaria che dei vari depuratori. E’ per noi un
mistero scoprire come siete riusciti a dimostrare che tali attività siano
conformi alle regole e come siete riusciti a “minimizzare ogni significativo
impatto ambientale negativo”.
Vi saremmo grati se ce lo spiegaste quanto prima.
Vi saremmo grati se ce lo spiegaste quanto prima.
(FINE PRIMA
PARTE ... CONTINUA - Intervento
letto dal Consigliere Francesco Baracchini a nome anche dei Consiglieri Euro
Mazzi, Giorgio Salvetti e Maria Luisa Isoppo durante il Consiglio Comunale
del 28/7/2014)
Nessun commento:
Posta un commento