castel

castel

sabato 26 agosto 2017

PRIVATIZZARE L’ENOTECA PER PORRE FINE AD UNA CATTIVA GESTIONE PUBBLICA (terza parte)

Nel consiglio comunale del 20/7/2017 è stata discussa l’interpellanza relativa alla nomina del Sindaco Montebello recentemente avvenuta alla presidenza dell’Enoteca Regionale Ligure.
Il Sindaco Montebello ha risposto alle contestazioni sollevate dai consiglieri del gruppo Noi per Castelnuovo ricordando che la sua nomina è avvenuta all’unanimità dei presenti all’assemblea dei soci e rappresenta un riconoscimento all’ente comunale castelnovese, quale ente promotore dell’Enoteca stessa.
Il Sindaco ha chiarito che si tratta di un mandato “a termine”, teso cioè a risolvere alcune scadenze (come per esempio la partecipazione ad alcuni bandi europei) e per permettere di trovare un idoneo sostituto entro la fine dell’anno, quando sarebbe Sua intenzione di dimettersi. Il Sindaco manifesta la propria contrarietà all’uscita dei comuni da soci dell’Enoteca, ricordando come occorra distinguere tra la tutela (riservata ai consorzi di tutela dei vini) dalla promozione che invece riguarda non solo quella del vino, ma anche quella del territorio. In tal senso, la promozione del territorio e del turismo è un compito specifico dell’iniziativa dei comuni  e, quindi, è corretto che l’Ente locale rimanga dentro all’Enoteca, riconoscendo comunque utile e significativo che aumenti il ruolo dei viticultori.
Alle considerazioni del Sindaco ha risposto il consigliere Euro Mazzi, precisando che:
a) l’interpellanza poneva un problema di “inopportunità” della nomina del Sindaco alla presidenza dell’Enoteca, poiché era stato scelto di non partire con la formale richiesta di “incompatibilità”, proprio per evitare sia la personalizzazione delle varie problematiche attinenti all’Enoteca, sia per lasciare al Sindaco di trovare una soluzione “temporanea” della propria permanenza alla guida dell’Enoteca. Siccome il Sindaco ha dichiarato di voler tenere la carica solo fino alla fine dell’anno in corso, la questione finisce qui; salvo riprenderla formalmente come “incompatibilità” se tale impegno non dovesse essere mantenuto;
b) la questione centrale riguarda la fuoriuscita dei Comuni dall’Enoteca, poiché questo tipo di Enti partecipati svolgono attività prevalentemente di natura privata ed in favore di interessi di privati, pur riconoscendo un ruolo marginale nell’incentivare la promozione del territorio e lo sviluppo turistico della zona;
c) in tal senso, se il ruolo fondamentale dell’Enoteca attiene alla promozione della produzione vinicola ligure e, quindi, si svolge in favore dei produttori di vino (ma anche olio), occorre domandarsi se sia legittimo per il Comune di Castelnuovo erogare consistenti contributi in favore dell’Enoteca. Da una ricerca ancora in corso risulterebbe che il Comune ha erogato direttamente a favore dell’Enoteca (dal 2013 ad oggi) circa € 130.000, oltre ad avergli concesso in comodato d’uso gratuito: 1) fin dal 2015 un  automezzo (un Renault Trafic costato € 32.000,00); 2) fin dal 2015 i locali situati in Castelnuovo Magra nel Museo del Vermentino; 3) fin dal 2011 i locali situati nel palazzo Cornelio-Amati, con annesso il giardino retrostante;
d) inoltre, se è giusto fare promozione del territorio e incentivare il turismo, bisogna riflettere se sia corretto fare una promozione basata soprattutto su feste (musica, balli, distribuzione gratuita o a pagamento di sgabei e vino, ecc.) o su manifestazioni caratterizzate dall’esaltazione dell’effimero.
Il Consigliere Mazzi si sofferma sull’eccesso di risorse pubbliche destinate a questo tipo di “promozione”, perché i compiti fondamentali del comune dovrebbero essere primariamente quelli di tutelare le categorie socialmente meno dotate di risorse e di opportunità. In tal senso, con quale coraggio si può dire a un disoccupato o a un indigente che non ci sono soldi nel bilancio sociale del comune per venire incontro alle sue immediate esigenze, se prima sono state destinate così tante risorse per l’Enoteca, cioè per sostenere la promozione dei vini in favore di produttori che non sono certo degli indigenti.
Questo modo di governare rappresenta una esemplificazione della lotta di classe invertita, fatta da un ente pubblico che destina maggiori risorse per favorire chi sta bene e minori risorse in favore di chi sta peggio; in sostanza sono stati invertiti i criteri classici che definivano la “sinistra”: nel caso dell’Enoteca si destinano ingenti risorse pubbliche in favore di chi non è indigente, ha una buona occupazione e non presenta particolari bisogni primari da dover soddisfare.
Il consigliere Mazzi ha altresì contestato una scarsa “trasparenza” gestionale, ricordando per esempio che per la gestione della precedente Enoteca (dal 1990 al 2011) i bilanci non sono mai stati resi pubblici e, quindi, non si conosce né l’entità dei finanziamenti ricevuti, né come sono stati spesi.
Per la nuova Enoteca, invece, dopo molte insistenze i bilanci sono stati recentemente consegnati; dalla lettura dei quali si evince che l’unico criterio gestionale è quello di “raccattare” quanto più risorse possibili per poterle spendere; ma non è così che si amministra poiché è sbagliato spendere senza alcuna programmazione, senza stabilire priorità e programmi, solo “condizionati” dalla presenza di liquidità.
Infine, in questo contesto di scarsa trasparenza, crea preoccupazione la recente possibilità per l’Enoteca di divenire beneficiaria di consistenti finanziamenti europei, non essendo ancora stati resi pubblici i relativi progetti, non disponendo la stessa di una efficiente e idonea organizzazione, e in totale assenza di adeguati controlli poiché il suo presidente è ora anche uno dei quattro sindaci che dovrebbero controllarla … insomma “un pasticcio” su questioni assai delicate.
Per questi motivi occorre riflettere sulla urgente trasformazione dell’Enoteca in "azienda speciale del vino", prevedendo la fuoriuscita dei Comuni e il maggior coinvolgimento diretto dei viticultori che dovranno non solo gestire in modo imprenditoriale l'Enoteca, ma anche investire più risorse per godere dei numerosi vantaggi che una "azienda speciale del vino" potrebbe rilasciare.
Euro Mazzi





Per vedere altri post in merito:
1 - ENOTECA REGIONALE LIGURE: OCCORRE FARE CHIAREZZA E TRASPARENZA: QUI
2 - ENOTECA: DA UNA NOMINA INOPPORTUNA L’OCCASIONE PER UN RILANCIO: QUI

A - PARTECIPATE: IL CASO “ENOTECA REGIONALE DELLA LIGURIA”: QUI 


 
 

Nessun commento:

Posta un commento