Nel
consiglio comunale del 20/7/2017 è stata discussa l’interpellanza relativa alla
nomina del Sindaco Montebello recentemente avvenuta alla presidenza dell’Enoteca Regionale Ligure.
Il
Sindaco Montebello ha risposto alle contestazioni sollevate dai consiglieri del
gruppo Noi per Castelnuovo ricordando
che la sua nomina è avvenuta all’unanimità dei presenti all’assemblea dei soci e
rappresenta un riconoscimento all’ente comunale castelnovese, quale ente promotore
dell’Enoteca stessa.
Il Sindaco ha chiarito che si tratta di un mandato “a termine”, teso cioè a
risolvere alcune scadenze (come per esempio la partecipazione ad alcuni bandi
europei) e per permettere di trovare un idoneo sostituto entro la fine dell’anno, quando sarebbe Sua intenzione di dimettersi.
Il Sindaco manifesta la propria contrarietà all’uscita dei comuni da soci dell’Enoteca,
ricordando come occorra distinguere tra la
tutela (riservata ai consorzi di tutela dei vini) dalla promozione che invece riguarda non solo
quella del vino, ma anche quella del territorio. In tal senso, la promozione del territorio e del turismo
è un compito specifico dell’iniziativa dei comuni e, quindi, è corretto che l’Ente locale rimanga
dentro all’Enoteca, riconoscendo comunque utile e significativo che aumenti il ruolo dei viticultori.
Alle
considerazioni del Sindaco ha risposto il consigliere Euro Mazzi, precisando
che:
a)
l’interpellanza poneva un problema di “inopportunità” della nomina del Sindaco alla presidenza
dell’Enoteca, poiché era stato scelto di non partire con la formale richiesta
di “incompatibilità”,
proprio per evitare sia la personalizzazione delle varie problematiche
attinenti all’Enoteca, sia per lasciare al Sindaco di trovare una soluzione “temporanea” della propria
permanenza alla guida dell’Enoteca. Siccome il Sindaco ha dichiarato di voler
tenere la carica solo fino alla fine dell’anno in corso, la questione finisce
qui; salvo riprenderla formalmente come “incompatibilità” se tale impegno non
dovesse essere mantenuto;
b)
la questione centrale riguarda la
fuoriuscita dei Comuni dall’Enoteca, poiché questo tipo di Enti partecipati
svolgono attività prevalentemente di natura
privata ed in favore di interessi di privati, pur riconoscendo un ruolo marginale
nell’incentivare la promozione del territorio e lo sviluppo turistico della
zona;
c)
in tal senso, se il ruolo fondamentale dell’Enoteca attiene alla promozione
della produzione vinicola ligure e, quindi, si svolge in favore dei produttori di vino (ma
anche olio), occorre domandarsi se sia legittimo
per il Comune di Castelnuovo erogare consistenti contributi in favore
dell’Enoteca. Da una ricerca ancora in corso risulterebbe che il Comune ha
erogato direttamente a favore dell’Enoteca (dal 2013 ad oggi) circa € 130.000, oltre ad avergli concesso in
comodato d’uso gratuito: 1) fin dal 2015 un
automezzo (un Renault Trafic costato € 32.000,00); 2) fin dal 2015 i
locali situati in Castelnuovo Magra nel Museo del Vermentino; 3) fin dal 2011 i
locali situati nel palazzo Cornelio-Amati, con annesso il giardino retrostante;
d)
inoltre, se è giusto fare promozione del territorio e incentivare il turismo, bisogna
riflettere se sia corretto fare una promozione basata soprattutto su feste (musica,
balli, distribuzione gratuita o a pagamento di sgabei e vino, ecc.) o su manifestazioni
caratterizzate dall’esaltazione dell’effimero.
Il
Consigliere Mazzi si sofferma sull’eccesso di risorse pubbliche destinate a questo
tipo di “promozione”, perché i compiti fondamentali del comune dovrebbero
essere primariamente quelli di tutelare le categorie socialmente meno dotate di
risorse e di opportunità. In tal senso, con quale coraggio si può dire a un
disoccupato o a un indigente che non ci sono soldi nel bilancio sociale del
comune per venire incontro alle sue immediate esigenze, se prima sono state destinate
così tante risorse per l’Enoteca, cioè per sostenere
la promozione dei vini in favore di produttori che non sono certo degli
indigenti.
Questo
modo di governare rappresenta una esemplificazione della lotta di classe invertita, fatta da
un ente pubblico che destina maggiori risorse per favorire chi sta bene e
minori risorse in favore di chi sta peggio; in sostanza sono stati invertiti i
criteri classici che definivano la “sinistra”: nel caso dell’Enoteca si destinano ingenti risorse pubbliche in favore
di chi non è indigente, ha una buona occupazione e non presenta particolari
bisogni primari da dover soddisfare.
Il
consigliere Mazzi ha altresì contestato una scarsa “trasparenza” gestionale, ricordando
per esempio che per la gestione della precedente Enoteca (dal 1990 al 2011) i
bilanci non sono mai stati resi pubblici e, quindi, non si conosce né l’entità
dei finanziamenti ricevuti, né come sono stati spesi.
Per la nuova Enoteca,
invece, dopo molte insistenze i bilanci sono stati recentemente consegnati;
dalla lettura dei quali si evince che l’unico criterio gestionale è quello di “raccattare” quanto più risorse possibili
per poterle spendere; ma non è così che si amministra poiché è sbagliato
spendere senza alcuna programmazione, senza stabilire priorità e programmi, solo
“condizionati” dalla presenza di liquidità.
Infine,
in questo contesto di scarsa trasparenza,
crea preoccupazione la recente possibilità per l’Enoteca di divenire
beneficiaria di consistenti
finanziamenti europei, non essendo ancora stati resi pubblici i relativi progetti, non
disponendo la stessa di una efficiente e idonea organizzazione, e in totale assenza di adeguati controlli poiché il
suo presidente è ora anche uno dei quattro sindaci che dovrebbero controllarla …
insomma “un pasticcio” su questioni
assai delicate.
Per
questi motivi occorre riflettere sulla urgente trasformazione dell’Enoteca in "azienda speciale del
vino", prevedendo la
fuoriuscita dei Comuni e il maggior coinvolgimento diretto dei viticultori che dovranno non solo
gestire in modo imprenditoriale l'Enoteca,
ma anche investire più risorse per godere dei numerosi vantaggi che
una "azienda speciale del vino"
potrebbe rilasciare.
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