Il risultato di amministrazione
complessivo è il dato che mostra, in estrema sintesi,
l'esito finanziario dell'esercizio che si è chiuso; il rendiconto 2015 si
chiude con un risultato effettivo di € 2.517.199,63, una somma ingente che, però, risente
ancora dell’operazione di riaccertamento dei residui dell’inizio anno 2015 che
aveva dato un avanzo di amministrazione di € 1.043.689,12 a cui si sono aggiunti
i FPV (fondo pluriennali vincolati di parte corrente per 147.050,81 e quello di
parte capitale per € 46.410), inoltre l’operazione residui eliminati, quelli
reimputati e quelli conservati ha comportato un consistente abbattimento dei
residui, mentre la costituzione del Fondo svalutazione crediti di € 417.147,47 ha
si rappresentato un vincolo ma costituisce un fondo prudenziale a disposizione.
Se si confronta questo risultato di
oltre 2,5 milioni con quello degli anni passati ammontanti a: 647.673,33 nel
2014, 103.357.33 nel 2013, 237.710,69 nel 2012 si comprende immediatamente che
l’operazione riaccertamento voluta dal legislatore nazionale ha permesso di
fare pulizia nei bilanci degli Enti Pubblici; nel caso di Castelnuovo tale
pulizia ha liberato consistenti risorse.
Dunque, avevamo visto bene quando in
passato avevamo evidenziato che il nostro bilancio aveva le risorse e che il
costante aumento delle tasse non era giustificato, ma soprattutto ha
evidenziato che il Vostro costante “pianto” sui tagli era solo una
opportunistica lamentela per giustificarsi dei ritardi o delle opere non
terminate o non avviate.
Del resto, anche in questo anno,
vengono eliminati ben 793.824,76 residui passivi, cioè previsioni di spesa
degli anni passati che non sono più attuali; a inizio anno ne erano stati già
eliminati ben 774.936,50 e questo da la dimensione delle spese passate che
sono state eliminate e quindi non realizzate negli anni passati.
Sul lato dei residui attivi, cioè
entrate degli anni passati che non sono più esigibili, mentre a inizio anno
erano state reimputate ben 1.561.473,14, ora di
questi ne vengono eliminati residui attivi per 88.877,79.
I residui passivi conservati oggi sono
1.665.513,08 ma erano 6,4 milioni solo nel 2010 e questo offre l’immediata idea
di quanto era lenta, burocratica e problematica la gestione della spesa.
I residui attivi conservati oggi sono 3.619.526,13,
ma erano 6,2 e anche questo dimostra quanto lenta era la macchina comunale
nella riscossione di imposte, ma anche nella gestione dei mutui.
Dunque, un po’ di pulizia è stata fatta
e questo è un fatto positivo. Ma non basta, occorre investire in capacità e in
programmazione. Alcuni esempi in proposito.
La parte vincolata a mutui pari a 995.809 è costituita in gran parte
dal residuo mutuo del fotovoltaico stipulato nel 2006 per 1,8 milioni, questo
dato rappresenta in sé la rappresentazione della lentezza, della
problematicità, dei continui cambi di progettazione e rivisitazione delle opere
che invece di terminare in alcuni mesi ha comportato una durata decennale per
impianti che in gran parte ora sono ancora non funzionanti. Dunque, non di
carenza di finanziamenti o di risorse, ma soltanto di capacità gestionale,
unita a dire il vero a un po’ di sfortuna finanziaria, poiché alcune delle
imprese impiegate sono poi fallite. Ma ciò che impressiona è la mancanza di
programmazione progettuale: l’avventura del fotovoltaico è nata più per
sfruttare i bandi regionali che non per una reale analisi delle esigenze e
delle necessità future del Comune; è servita più per uno spot pubblicitario
(fonti rinnovabili, ecosostenibile, ecc.) che non per una seria verifica di
come e dove posizionare gli impianti, per chi e per cosa utilizzare questa
energia prodotta. Abbiamo per esempio così due impianti al Centro Sportivo che
dovevano essere impostati con lo scambio sul posto e nella Convenzione con
l’attuale gestore del Campo è stato previsto di regalargli la produzione dei
pannelli, ma di fatto invece questi pannelli sono con scambio in rete, per cui
esiste un grosso problema tra Gestore e Comune.
I pochi impianti funzionanti fanno recuperare solo poche migliaia di
euro al Comune, ben poca cosa rispetto all’investimento effettuato anche perché
l’assenza di programmazione iniziale non ha messo in conto la progressiva
decadenza dei benefici tariffari e delle agevolazioni previste per i primi
interventi, per cui il lungo tempo trascorso per la realizzazione degli
impianti ha evidenziato la distanza tra l’investimento fatto e il suo
rendimento e quindi, oggi, possiamo parlare di un complessivo e sostanziale
fallimento finanziario dell’iniziativa.
Questo è un esempio chiaro che non basta avere la disponibilità
finanziare per fare investimenti, perché poi occorre avere capacità di progettazione,
attenzione nella gestione di appalti e nella realizzazione delle opere, che in
questo caso non c’è stata.
Un altro esempio. Una parte delle risorse è
vincolata per investimenti e tra questi c’è la realizzazione di due fazzoletti
di strada in via Tavolara Il primo lotto riguarda la rettifica di un tratto di
via Tavolara (in territorio Castelnovese) e si tratta di circa 160 metri
lineari che è ora in corso di realizzazione; poi è previsto un intervento per
un altro lotto che riguarda l’innesto di via Rubiano con via Alta (in
territorio di Sarzana) di circa 200 metri lineari. Il costo di questi due lotti
dovrebbe essere di circa € 600.000 di cui € 420.000 sono fondi europei e € 180.000
fondi dei due Comuni (€ 90.000 ciascuno).
Queste
opere erano previste dall’Accordo di Programma del 2009 e del 2011 che prevede
la realizzazione di aree produttive sia in Castelnuovo che in Sarzana, cioè
prevede la costruzione di decine di capannoni.
Il
finanziamento Europeo è arrivato già da alcuni anni ma solo ora si stanno
realizzando le opere del primo lotto.
Noi
siamo contrari alle previsioni dell’Accordo di programma, la strada serve a
pochi, ma è anche un intervento assai costoso, ci appare un intervento
eccessivo, sproporzionato, senza un reale respiro programmatorio, ma
soprattutto non utile per la collettività.
Ma
oggi, in sede di bilancio, vogliamo far notare come la realizzazione di
quest’opera è stata fino ad oggi caratterizzata da lentezza e incapacità
procedurale nello spendere risorse a disposizione da tempo. Dunque anche in
questo caso non di carenza di risorse si tratta, ma solo di carenze gestionali
e di incapacità a realizzare le opere in tempi ragionevoli.
In
conclusione, è meglio un bilancio in attivo che in passivo … ma non basta avere
a disposizione delle risorse, anche importanti e ingenti, bisogna saper
programmare gli interventi e aver capacità di gestire le opere previste, per
evitare di accumulare ulteriori residui e poi di buttarli via.
Letto
a nome dei Consiglieri Comunali:
Euro Mazzi
- Maria Luisa Isoppo -
Giorgio Salvetti - Francesco Baracchini
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