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venerdì 22 aprile 2016

LE PULIZIE NEL BILANCIO COMUNALE E UN INGIUSTIFICATO PRELIEVO FISCALE

Il risultato di amministrazione complessivo è il dato che mostra, in estrema sintesi, l'esito finanziario dell'esercizio che si è chiuso; il rendiconto 2015 si chiude con un risultato effettivo di € 2.517.199,63, una somma ingente che, però, risente ancora dell’operazione di riaccertamento dei residui dell’inizio anno 2015 che aveva dato un avanzo di amministrazione di € 1.043.689,12 a cui si sono aggiunti i FPV (fondo pluriennali vincolati di parte corrente per 147.050,81 e quello di parte capitale per € 46.410), inoltre l’operazione residui eliminati, quelli reimputati e quelli conservati ha comportato un consistente abbattimento dei residui, mentre la costituzione del Fondo svalutazione crediti di € 417.147,47 ha si rappresentato un vincolo ma costituisce un fondo prudenziale a disposizione.

Se si confronta questo risultato di oltre 2,5 milioni con quello degli anni passati ammontanti a: 647.673,33 nel 2014, 103.357.33 nel 2013, 237.710,69 nel 2012 si comprende immediatamente che l’operazione riaccertamento voluta dal legislatore nazionale ha permesso di fare pulizia nei bilanci degli Enti Pubblici; nel caso di Castelnuovo tale pulizia ha liberato consistenti risorse.
Dunque, avevamo visto bene quando in passato avevamo evidenziato che il nostro bilancio aveva le risorse e che il costante aumento delle tasse non era giustificato, ma soprattutto ha evidenziato che il Vostro costante “pianto” sui tagli era solo una opportunistica lamentela per giustificarsi dei ritardi o delle opere non terminate o non avviate.
Del resto, anche in questo anno, vengono eliminati ben 793.824,76 residui passivi, cioè previsioni di spesa degli anni passati che non sono più attuali; a inizio anno ne erano stati già eliminati ben 774.936,50 e questo da la dimensione delle spese passate che sono state eliminate e quindi non realizzate negli anni passati.
Sul lato dei residui attivi, cioè entrate degli anni passati che non sono più esigibili, mentre a inizio anno erano state reimputate ben 1.561.473,14, ora di questi ne vengono eliminati residui attivi per 88.877,79.
I residui passivi conservati oggi sono 1.665.513,08 ma erano 6,4 milioni solo nel 2010 e questo offre l’immediata idea di quanto era lenta, burocratica e problematica la gestione della spesa.
I residui attivi conservati oggi sono 3.619.526,13, ma erano 6,2 e anche questo dimostra quanto lenta era la macchina comunale nella riscossione di imposte, ma anche nella gestione dei mutui.
Dunque, un po’ di pulizia è stata fatta e questo è un fatto positivo. Ma non basta, occorre investire in capacità e in programmazione. Alcuni esempi in proposito.
La parte vincolata a mutui pari a 995.809 è costituita in gran parte dal residuo mutuo del fotovoltaico stipulato nel 2006 per 1,8 milioni, questo dato rappresenta in sé la rappresentazione della lentezza, della problematicità, dei continui cambi di progettazione e rivisitazione delle opere che invece di terminare in alcuni mesi ha comportato una durata decennale per impianti che in gran parte ora sono ancora non funzionanti. Dunque, non di carenza di finanziamenti o di risorse, ma soltanto di capacità gestionale, unita a dire il vero a un po’ di sfortuna finanziaria, poiché alcune delle imprese impiegate sono poi fallite. Ma ciò che impressiona è la mancanza di programmazione progettuale: l’avventura del fotovoltaico è nata più per sfruttare i bandi regionali che non per una reale analisi delle esigenze e delle necessità future del Comune; è servita più per uno spot pubblicitario (fonti rinnovabili, ecosostenibile, ecc.) che non per una seria verifica di come e dove posizionare gli impianti, per chi e per cosa utilizzare questa energia prodotta. Abbiamo per esempio così due impianti al Centro Sportivo che dovevano essere impostati con lo scambio sul posto e nella Convenzione con l’attuale gestore del Campo è stato previsto di regalargli la produzione dei pannelli, ma di fatto invece questi pannelli sono con scambio in rete, per cui esiste un grosso problema tra Gestore e Comune.
I pochi impianti funzionanti fanno recuperare solo poche migliaia di euro al Comune, ben poca cosa rispetto all’investimento effettuato anche perché l’assenza di programmazione iniziale non ha messo in conto la progressiva decadenza dei benefici tariffari e delle agevolazioni previste per i primi interventi, per cui il lungo tempo trascorso per la realizzazione degli impianti ha evidenziato la distanza tra l’investimento fatto e il suo rendimento e quindi, oggi, possiamo parlare di un complessivo e sostanziale fallimento finanziario dell’iniziativa.
Questo è un esempio chiaro che non basta avere la disponibilità finanziare per fare investimenti, perché poi occorre avere capacità di progettazione, attenzione nella gestione di appalti e nella realizzazione delle opere, che in questo caso non c’è stata.
Un altro esempio. Una parte delle risorse è vincolata per investimenti e tra questi c’è la realizzazione di due fazzoletti di strada in via Tavolara Il primo lotto riguarda la rettifica di un tratto di via Tavolara (in territorio Castelnovese) e si tratta di circa 160 metri lineari che è ora in corso di realizzazione; poi è previsto un intervento per un altro lotto che riguarda l’innesto di via Rubiano con via Alta (in territorio di Sarzana) di circa 200 metri lineari. Il costo di questi due lotti dovrebbe essere di circa € 600.000 di cui € 420.000 sono fondi europei e € 180.000 fondi dei due Comuni (€ 90.000 ciascuno).
Queste opere erano previste dall’Accordo di Programma del 2009 e del 2011 che prevede la realizzazione di aree produttive sia in Castelnuovo che in Sarzana, cioè prevede la costruzione di decine di capannoni.
Il finanziamento Europeo è arrivato già da alcuni anni ma solo ora si stanno realizzando le opere del primo lotto.
Noi siamo contrari alle previsioni dell’Accordo di programma, la strada serve a pochi, ma è anche un intervento assai costoso, ci appare un intervento eccessivo, sproporzionato, senza un reale respiro programmatorio, ma soprattutto non utile per la collettività.
Ma oggi, in sede di bilancio, vogliamo far notare come la realizzazione di quest’opera è stata fino ad oggi caratterizzata da lentezza e incapacità procedurale nello spendere risorse a disposizione da tempo. Dunque anche in questo caso non di carenza di risorse si tratta, ma solo di carenze gestionali e di incapacità a realizzare le opere in tempi ragionevoli.
In conclusione, è meglio un bilancio in attivo che in passivo … ma non basta avere a disposizione delle risorse, anche importanti e ingenti, bisogna saper programmare gli interventi e aver capacità di gestire le opere previste, per evitare di accumulare ulteriori residui e poi di buttarli via.
Letto a nome dei Consiglieri Comunali:
Euro Mazzi     -  Maria Luisa Isoppo     -  Giorgio Salvetti     -  Francesco Baracchini

 

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