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martedì 26 aprile 2016

TASSA TARI: IL CRESCENTE PESO DELLA GESTIONE AMMINISTRATIVA …

La tassa sui rifiuti (TARI) finanzia i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è a carico dell’utilizzatore domestico o aziendale; la TARI deve assicurare la copertura integrale dei costi sia di gestione diretta che di investimento e di esercizio relativi al servizio.
Il Consiglio Comunale deve approvare le tariffe della TARI in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani redatto da Acam e integrato dai costi sostenuti dal Comune. La legge prescrive cosa deve comprendere un piano finanziario: a) il programma degli interventi necessari; b) il piano finanziario degli investimenti; c) la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonché il ricorso eventuale all’utilizzo di beni e strutture di terzi, o all’affidamento di servizi a terzi; d) le risorse finanziarie necessarie; e) relativamente alla fase transitoria, il grado attuale di copertura dei costi afferenti alla tariffa rispetto alla preesistente tassa sui rifiuti.


Inoltre, il piano finanziario deve essere corredato da una relazione nella quale sono indicati i seguenti elementi: a) il modello gestionale ed organizzativo; b) i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa; c) la ricognizione degli impianti esistenti; d) con riferimento al piano dell’anno precedente, l’ indicatore degli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni.
Non tutti questi elementi sono presenti nel Piano finanziario presentato all’approvazione del Consiglio e  alcuni elementi presenti sono formulati in modo generico, altri non sono ben spiegati e approfonditi; insomma è un piano troppo generico e incompleto. Alcuni esempi.
Manca un chiaro programma degli interventi e degli investimenti; superficiale è la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili; carente è la parte relativa al ricorso all’affidamento del servizio a terzi e nello specifico alla coop. Maris (a quali condizioni e con quali costi?); le risorse finanziarie necessarie sono riportate nelle tabelle, ma non sono né spiegate, né commentate e né esaminate nella sua evoluzione; non sono indicati i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa, ma sono enunciati solo alcuni generici obiettivi; non sono indicati, con riferimento al piano dell’anno precedente, gli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni.
Nello specifico il piano finanziario non spiega come si formano i costi e la loro evoluzione. I costi di gestione ammontano per il 2016 a € 473.976,93 in calo rispetto ai € 783.338,73 del 2014 e ai € 677.082,85 del 2015, il calo è di quasi 40 punti percentuali rispetto al 2014; i costi di esercizio invece crescono: erano € 573.733,00 nel 2014 ora sono € 996.634,81 con un incremento di 73,71 punti percentuali. Se si guarda alla incidenza dei singoli costi sul totale complessivo di costo del servizio (ammontante per il 2016 a €. 1.470.600) allora si scopre che la gestione del servizio rifiuti incide per il 32,23% mentre quella di esercizio incide per il 67,77%. Se si va ancora di più nello specifico si scopre che la gestione del rifiuto indifferenziato incide per il 17,27% (con costi in calo) e quella per la raccolta differenziata per il 14,96% (il cui costo è in continua crescita). Questi dati confermano che non è il tipo di raccolta dei rifiuti a determinare il costo finale del servizio e, dunque, della TARI, poiché stanno diventando predominanti i costi di esercizio cioè quelli generali e amministrativi dell’azienda Acam Ambiente (sono € 913.494,81 e incidono per il 63.43%) e quelli relativi al servizio sostenuti dal Comune (sono € 83.140,00 e incidono per il 5,77%).
Dunque, erano sbagliate le promesse sbandierate (sui giornali e nelle assemblee) dal Sindaco e dalla sua Giunta in merito all’eventuale calo della Tari in seguito al raggiungimento di una raccolta differenziata al 70%, poiché tale auspicabile e positivo risultato incide molto poco sul costo finale del servizio, mentre occorrerebbe maggiore attenzione sui costi generali e amministrativi di Acam e del Comune che incidono assai di più e in modo consistente.
Naturalmente è cosa buona e giusta la raccolta differenziata porta a porta e il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata superiore al 70%, ma occorre chiedersi come mai il servizio porta a porta è stato appaltato alla coop. Maris se Acam ha problemi di esubero del personale, poiché indipendentemente dal costo finale di tale servizio, comunque ci si paga l’iva e il guadagno del gestore, che sono comunque costi aggiuntivi al servizio che sarebbero stati risparmiati se il servizio fosse totalmente interno ad Acam stesso.
Nel complesso la gestione del servizio raccolta rifiuti messa in opera dal Comune con l’ausilio di Acam è opaco e poco trasparente, ma soprattutto è assai costoso e non se ne comprende né l’articolazione, né le dinamiche e né l’organizzazione.
Per quanto riguarda invece la tariffa occorre fare due considerazioni.
La prima riguarda la determinazione della tariffa che non è dimostrata, ma assunta così in via di principio. Si afferma genericamente e senza alcun dato che la tariffa è “commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base di criteri determinati con il regolamento”. La percentuale dell’84,40% per le utenze domestiche appare sproporzionata rispetto alle effettive dimensioni, mentre quella del 15,60% per le attività produttive è sottostimata; ne consegue che le famiglie pagano di più rispetto alle attività produttive e senza una reale motivazione in una produzione dei rifiuti effettiva. Una conferma viene dai comuni che hanno applicato la tariffa puntuale, per esempio a Capannori per le utenze domestiche si applica una percentuale del 47,00% e si ripartisce tra le famiglie un costo di 3,9 milioni, mentre per le utenze non domestiche la percentuale è del 53,00%  e ripartiscono tra loro un costo di 4,4 milioni. In generale, la tariffa Tari è poco articolata e, comunque, la proposta di riduzione e di agevolazioni della tariffa è troppo limitata e razionale, per cui in merito si poteva fare di più e di meglio.
La seconda riguarda l’avvio della raccolta differenziata, fatto positivo in sé, ma tale avvio è avvenuto senza alcun progetto organizzativo serio e con uno studio di sostenibilità finanziaria effettiva; il risultato della percentuale al 70% è un elemento importante da raggiungere e sicuramente verrà raggiunto, ma è un dato insufficiente in quanto non vi è alcuna dimostrazione statistica, ma soprattutto organizzativa, che dimostri come sia possibile raggiungere i limiti di legge inerenti un riciclaggio del 45% dei materiali raccolti nel 2016 in termini di peso rispetto al rifiuto prodotto per le diverse frazioni e secondo quanto indicato dalla LR 20 del 1/12/15.
Per tutti questi motivi, riteniamo la proposta di delibera relativa alla determinazione della tariffa Tari per il 2016 assolutamente insufficiente, superficiale e fuorviante rispetto ad una corretta gestione del servizio; conseguentemente voteremo contro, pur apprezzando l’avvio della raccolta differenziata porta a porta come segnale di cambiamento rispetto ad una precedente gestione fallimentare che le difficoltà finanziarie del Gruppo Acam avevano comunque già esplicitato in maniera palese ed evidente per tutti.

Letto a nome dei Consiglieri Comunali:
Euro Mazzi     -  Maria Luisa Isoppo     -  Giorgio Salvetti     -  Francesco Baracchini

 

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