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domenica 16 agosto 2015

FOGNATURA DI VALLECCHIA: "SPECCHIO" DI UN MODO "CIALTRONE" DI GESTIRE LA COSA PUBBLICA (quarta parte)


Più si “scava” intorno al problema della richiesta avanzata da parte di Acam di pagamento degli arretrati relativi al canone della fognatura e depurazione per i residenti di Vallecchia … e più si scoprono le “magagne” di una vicenda che sta diventando esemplare, a peritura memoria della cattiva e pasticciata gestione da parte degli esponenti del partito (PCI/DS/PD) da sempre al governo del Comune di Castelnuovo … ma anche di Acam e ne spiega una delle cause della sua attuale crisi finanziaria. E ora spieghiamo il perché.
.1)      Con delibera della Giunta Comunale n. 142 del 13/5/1992 si procedeva alla individuazione dei beni da conferire ad Acam a seguito della decisione del Comune di aderire al servizio di depurazione e di fognatura gestito da Acam stessa. Tra i beni conferiti vi era anche una rete fognaria del tipo
misto che convoglia i liquami di circa 50 utenze (pari a 140 abitanti) in un depuratore a biodischi posto sotto il paese. L’impianto trasferito funzionava “così-così” … per non dire che funzionava male … ma Acam nulla ha obiettato, se non per precisare la previsione di spesa per la manutenzione di questo impianto pari a circa lire 5.000.000 (circa € 2.594). Successivamente, Acam ha sostituito il depuratore esistente (che non funzionava) con una fossa Imhoff, eliminando quindi la depurazione vera e propria (che comunque funzionava male) con un sistema che assicura solo un trattamento primario delle acque reflue, ma non la loro effettiva depurazione.
2)      Dal 1992 fino alla fine del 2014 Acam non ha mai regolarizzato la situazione dell’impianto fognario di Vallecchia. Per regolarizzazione si intende che non ha mai fatto sottoscrivere agli utenti allacciati alcun contratto, né conseguentemente ha mai richiesto alcunché ai residenti allacciati creando così un evidente danno patrimoniale alle proprie casse, poiché ha sopportato in tutti questi anni un costo, che per semplicità calcoliamo prendendo quello preventivato nel 1992 di lire 5.000.000, per circa 22 anni, pari dunque a circa € 58.000. Riportiamo questa somma solo per dare una indicazione (di massima e di comodo), poiché questa somma è nettamente inferiore a quella reale, in quanto calcolata senza tener conto né dell’aumento dei costi, né dei costi dei servizi effettivamente svolti da Acam per questo impianto in tutti questi anni.
3)      L’assenza di contratti implica che la richiesta ora avanzata da Acam di pagamento degli arretrati è da considerarsi “nulla”, poiché tutti i contratti stipulati dalla Pubblica Amministrazione, anche quando quest’ultima agisce iure privatorum, richiedono la forma scritta ad substantiam (Corte di Cassazione, sez. I civile, 4 settembre 2009, n. 19206). Dunque, prima Acam deve fare i contratti, poi richiedere il pagamento delle prestazioni effettuate … ma ovvio che le richieste avrebbero validità solo per il futuro … non viceversa.
Sulla base di queste tre prime osservazioni se ne deduce che la vicenda degli arretrati della
fognatura di Vallecchia è lo “specchio” di un modo “cialtrone” di gestire la cosa pubblica: il comune ha costruito “così-così” la rete fognaria e il depuratore di Vallecchia; Acam ha preso “in carica” un impianto senza verificarne né la funzionalità, né la regolarità degli allacci, ma soprattutto per circa 22 anni si è “dimenticata” di regolarizzare i contratti e di far pagare gli utenti del servizio eventualmente svolto. In conclusione, Acam ha subito un evidente danno: prima dal Comune che gli ha “rifilato” un impianto “così-così”; poi dai propri dirigenti che per molti anni si sono dimenticati di regolarizzare sia i contratti che il pagamento delle utenze … e anche questo ha contribuito a creare il “buco” finanziario che ora tutti i cittadini pagano con aumenti tariffari e “costanti disservizi”. Un esempio concreto di un vero pasticcio!!!
Ma non finisce qui.
Acam ora richiede il pagamento degli arretrati (solo gli ultimi 5 anni, poiché quelli precedenti sono andati in prescrizione) relativo al canone fognatura e depurazione e considerato che da 22 anni gli abitanti di Vallecchia non pagano nulla … parrebbe una richiesta legittima. E invece anche questa richiesta è irregolare, non solo perché mancano i contratti firmati da ogni utente, ma soprattutto perché manca la effettiva prestazione che ne legittimerebbe la richiesta.
Infatti, non esistendo un depuratore (trattamento di secondo grado), ma solo una fossa imhoff (trattamento di primo grado) non viene fatta da Acam una vera depurazione e dunque, quanto meno il canone di depurazione non è legittimo.
Inoltre, la stessa rete fognaria è mista, cioè raccoglie nella stessa canalizzazione sia le acque bianche che quelle nere; dunque a Vallecchia non esiste una fognature separata, dove cioè le acque nere vengono raccolte in apposita rete, distinta da quella che raccoglie le acque bianche. Dunque, neanche la richiesta del canone di fognatura appare così pienamente legittima.
Inoltre, Acam non fornisce l’acqua ai residenti (servizio gestito da una cooperativa) e dunque ha oggettive difficoltà a stabilire il consumo effettivo di acqua che entra in fognatura e che poi viene depurata … nel collettore “misto” infatti confluisce anche l’acqua piovana … dunque, come calcolerebbe i canoni? cosa farebbe pagare agli utenti? La situazione è complicata e non pare rientrare nei canoni classici dei servizi di fognatura e depurazione … dunque quale regolamento verrebbe applicato? Ma allora Acam cosa può pretendere?
Può pretendere solo ciò che effettivamente spende (spesa debitamente confermata da fatture) per la manutenzione e la pulizia sia della rete che della fossa imhoff di Vallecchia … comunque solo dopo aver fatto sottoscrivere i relativi contratti agli utenti allacciati, indicanti le modalità di calcolo, di pagamento, ecc..
Insomma da qualunque parte si affronta la questione, appare evidente la presenza di articolate problematiche la cui risoluzione non è cosa facile e lineare.
Ma non finisce ancora qui.
Infatti esiste un ulteriore problema: quello ambientale e dell’inquinamento possibile. Infatti, in generale è noto che il trattamento delle acque reflue domestiche, con la sola fossa Imhoff si è dimostrato insufficiente per garantire il rispetto dei limiti tabellari previsti dalla legge per lo scarico recapitante in acque superficiali o su terreno, per cui dovrebbero essere adottati in abbinamento, ulteriori sistemi di trattamento, quali per esempio il filtro batterico anaerobico, la fitodepurazione, ecc.. da installarsi a valle della fossa Imhoff. Ora non c’è nulla a valle … solo un rigagnolo “puzzolente” che scende verso il torrente Bettigna; dunque, vanno già ora previsti idonei interventi per rendere compatibile l’impianto alle normative di tutela ambientale.
Inoltre, la fossa Imhoff dovrebbe essere sottoposta ad operazioni di manutenzione e di pulizia, quali estrazione dei fanghi e del materiale galleggiante, con periodicità almeno annuale, al fine di garantirne un corretto funzionamento. Cosa è stato fatto in questi anni??? Le fotografie che alleghiamo (parlano chiaro da sole) dimostrano uno stato di generale abbandono e di scarsa
manutenzione del sito … dunque, bisogna prevedere controlli e interventi specifici in tal senso.
Ora in Consiglio Comunale abbiamo richiesto al Sindaco, quale primo responsabile sanitario a livello comunale, analisi sulla situazione degli scarichi e chiarezza sui trattamenti di manutenzione e pulizia, poiché le proteste di alcuni residenti ci hanno segnalato costanti problemi: per malsani e fastidiosi odori, presenza di liquidi e materiale “presunto” inquinante, allagamenti di terreni con liquidi “neri” e maleodoranti specie in occasione di piogge consistenti
Dunque esiste anche un problema di possibile inquinamento ambientale … da verificare certamente nella sua eventuale presenza, dimensione e caratteristica; questa verifica spetta a cura del Sindaco … a cui ci siamo rivolti … e ora ne attendiamo gli esiti.
Insomma, da un “piccolo” problema … se si approfondisce … si scopre uno “specchio” dei mali che affliggono l’Italia … mali che nascono da un modo “cialtrone” di governare la cosa pubblica.
E per il momento ci fermiamo qui … ma non abbiamo finito … Seguiteci nelle prossime puntate.

 I Consiglieri Comunali:
Euro Mazzi     -  Maria Luisa Isoppo     -  Giorgio Salvetti     -  Francesco Baracchini

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