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sabato 20 maggio 2017

RENDICONTO 2016: una lacunosa e cattiva gestione delle partecipate (seconda parte)

In occasione della discussione del rendiconto 2016 vogliamo esaminare alcuni aspetti relativi alle società partecipate.
L’attuale rendiconto per la prima volta espone in maniera esplicita un prospetto che calcola il valore delle partecipazioni in base al metodo del patrimonio netto delle società così come sono rilevabili dai loro bilanci al 31/12/2015; e così abbiamo un valore del gruppo Acam rapportato alla nostra quota del 3,29 che valeva € 1.477.809,16, in netto calo rispetto ai valori riportati in bilancio qualche anno fa; questa perdita di valore è la diretta conseguenza della grave crisi economico finanziaria che in questi ultimi anni ha caratterizzato la gestione del gruppo Acam.

Per esempio nel 2004 il patrimonio netto del gruppo Acam ammontava a € 102.165.074 e la quota di Castelnuovo aveva un valore di € 3.358.942  (anche se nel bilancio castelnovese il valore della quota era iscritto per oltre 4 milioni), quindi tra il 2004 e il 2015 la svalutazione della nostra quota è stata di ben € 1.881.133,28. Questa svalutazione non solo ha ridimensionato il bilancio castelnovese, ma di fatto ha ridimensionato la “ricchezza” del patrimonio pubblico castelnovese. Ecco allora che la cattiva gestione operata in questi anni dagli amministratori di Acam, scelti dall’assemblea dei sindaci-soci, unita alla totale mancanza di controlli da parte dei Comuni-soci, nonché dall’assenza di loro puntuali analisi sulla situazione economico e finanziaria del gruppo Acam, ha portato alla profonda crisi del Gruppo nel 2013 e al ricorso in data 19/7/2013 alla procedura concorsuale di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182 della legge fallimentare).
In conseguenza dell’adozione di un Piano di Riassetto finalizzato al progressivo rientro dalla pesante esposizione debitoria, il Gruppo Acam ha dovuto procedere alla vendita di società del gruppo (Acam clienti, Acam Gas, ramo aziendale di Acam Ambiente), di beni (come il Parco eolico di Varese Ligure, la stazione di servizio carburanti di Spezia, le centrali idroelettriche Fiori e Bagnone appartenenti a Centrogas); ha inoltre adottato una politica tariffaria più accentuata e un ridimensionamento degli organici. In sostanza, questa cattiva gestione ha inciso sia sui lavoratori del gruppo Acam, ma anche sui cittadini con tariffe più elevate e sui bilanci dei Comuni soci con la svalutazione del valore della quota.
La nostra quota di proprietà del gruppo ATC (0,346%) è riportata in bilancio con una valutazione di € 31.362,22 corrispondente ad un patrimonio netto di € 9.064.224. La situazione di ATC al momento non è paragonabile a quella di Acam, ma molti sono i problemi che affliggono le società del trasporto pubblico, la cui trattazione verrà rinviata ad una nostra prossima iniziativa specifica.
La nostra quota del 1,5% di proprietà di STL (Sistema Turistico Locale – Golfo dei Poeti, Val di Magra e Val di Vara) è riportata in bilancio con una valutazione di € 1.358.37 corrispondente ad un patrimonio netto di € 90.558. STL è una società consortile a responsabilità limitata con capitale misto a maggioranza pubblica, con circa 50 soci tra cui: 11 Comuni, la Provincia della Spezia, la Camera di Commercio che rappresentano la parte pubblica, mentre per la parte privata ci sono alcuni operatori (ad es. la soc. Marinella Spa, Bosoni Paolo) e varie associazioni (turistiche, commerciali, industriali, artigianali). Il presidente (noto esponente politico del PD) percepisce un compenso annuo di € 24.000,00 che si è permesso anche di partecipare al dibattito politico, come avvenuto nel caso della proposta di fusione dei due comuni di Castelnuovo e di Ortonovo, sostenendo apertamente le ragioni della fusione. I risultati di esercizio presentano piccoli utili che stanno lentamente recuperando una precedente e più consistente perdita, presentando così un capitale netto inferiore al capitale sociale
Insomma, la partecipata STL non pare svolgere appieno i suoi compiti istituzionali, non incide sostanzialmente sul fenomeno turistico, non ha elaborato una strategia pluriennale, non ha una propria dotazione patrimoniale significativa … ma allora a che serve???
Abbiamo l’impressione che l’elenco delle partecipate non si possa considerare concluso con Acam, ATC e STL.
Per esempio, più volte abbiamo segnalato di considerare l’Enoteca Regionale Ligure quale ente partecipato dal nostro Comune e, conseguentemente come occorra riportare sia in sede di bilancio che nel sito del comune quanto di competenza. Ci sembrava che fosse stato accolto tale rilievo ma constatiamo che fino ad oggi non è stato fatto nulla. Inoltre, l’Enoteca è destinataria di contributi vari da parte del Comune nonostante la carente applicazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Molte sono le problematiche ancora aperte, tra le quali ricordiamo: l’apertura dei locali dell’Enoteca, sulla necessità di un rendiconto di gestione, sull’uso di Palazzo Cornelio.
Un altro esempio ci perviene da Associazione Val di Magra Formazione, organismo di formazione professionale accreditato dalla Regione Liguria, nato per decisione dei Comuni associati di Ameglia, Arcola, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Santo Stefano di Magra, Sarzana e Vezzano Ligure per la Formazione Professionale, utilizzando anche consistenti somme derivanti da finanziamenti regionali, statali ed europei. Anche per questa associazione vale quanto già detto per l’Enoteca: deve essere a tutti gli effetti considerata come una partecipata, con tutti gli obblighi conseguenti.
Medesimo discorso deve essere fatto per la Fondazione Genova-Liguria Film Commission creata dalla Regione Liguria, dal Comune di Genova e da altri enti liguri tra cui Castelnuovo Magra, ha come obiettivo il marketing territoriale audiovisivo, l’offerta di servizi in tutte le fasi del lavoro audiovisivo, convenzioni con alberghi e ristoranti, funge da "sportello unico" per permessi e altre pratiche burocratiche, gestisce direttamente due poli produttivi audiovisivi. Come gran parte delle partecipate pubbliche anche questa società nasce e si sviluppa grazie ai finanziamenti pubblici (Regione, Comuni, fondi europei) e risente delle problematiche di costante riduzione degli stessi, nonché delle conseguenze derivanti dallo loro gestione burocratica; svolge un’attività apparentemente culturale, ma in realtà si tratta di attività tipicamente produttive legate all’audiovisivo, che in altri Paesi è affidato all’iniziativa privata. Anche qui deve essere ripristinata la piena trasparenza
Stesso discorso va fatto per il Consorzio Energia Liguria, nato nel 2002 per iniziativa della Regione a cui poi hanno aderito vari  Enti Pubblici, tra cui Castelnuovo.
Non si dovrebbe neppure dimenticare il Consorzio del Canale Lunense a cui aderisce anche il Comune di Castelnuovo.
Insomma, ci pare che il bilancio patrimoniale in merito alle partecipazioni sia alquanto lacunoso non riportando i valori di altre entità nei quali il Comune partecipa. Ci sono poi gli obblighi di trasparenza a carico sia delle società partecipate che del Comune che devono essere effettivamente attuati allo scopo di attribuire ai cittadini la possibilità di attuare un controllo democratico sull’attività sia dei Comuni che delle partecipate, come per esempio i bilanci annuali, i provvedimenti, la gestione, le nomine, le attività, il conferimento di incarichi professionali o di collaborazione o di consulenza, ecc.
Gli obblighi di trasparenza non devono essere applicati in maniera del tutto formale, semmai in senso sostanziale, con l’impegno alla loro concreta attuazione, soprattutto sono i cittadini che devono pretendere trasparenza, acquisire informazioni su cui ragionare e successivamente pretendere gli eventuali cambiamenti necessari nella consapevolezza che una parte del rinnovamento del Paese passa dal riordino del settore delle partecipate pubbliche, un sistema oramai quasi al collasso: la Corte dei Conti già nel 2012 sottolineava come il 78 % delle società a partecipazione pubblica locale aveva ottenuto l’affidamento diretto sfuggendo agli obblighi di apertura al mercato, ma producendo un debito di circa 34 miliardi di euro a carico delle casse pubbliche.
Da qui si parte effettivamente sia per il risanamento economico e finanziario dei bilanci pubblici, ma anche di moralizzazione della vita politica nazionale.
Per quanto ci riguarda ci batteremo con forza e determinazione su questo terreno, poiché convinti della necessità di tagliare una consuetudine di spartizione e di lottizzazione della cosa pubblica che sviluppa solo una deleteria gestione clientelare.

I consiglieri comunali:  Euro Mazzi, Maria Luisa Isoppo, Giorgio Salvetti, Francesco Baracchini.


Per vedere il precedente post:
1) IL BILANCIO PATRIMONIALE DEL COMUNE - 2016 (prima parte): QUI
 
 

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