Con
la nostra iniziativa del 24/6/2015 abbiamo segnalato alcune anomalie e tra
queste merita un particolare rilievo la questione della revoca dell’incarico di collaudatore in corso d’opera all'ing. D.
B.. È una vicenda assai strana. Astraendo dagli aspetti personali delle
persone coinvolte in questa vicenda (sia caratteriali che professionali) che
pure hanno svolto un ruolo, rimane il fatto che l’ing. D.B. è stato scelto
dall’Amministrazione castelnovese fin dal 8/3/2014 per seguire tutti i lavori dall’inizio
degli stessi.
E’ stata chiarita la natura riparatoria del successivo incarico
del 2/05/2015 per il collaudo del muro di contenimento in cemento armato
realizzato in un parcheggio pubblico adiacente. Alcuni elementi di chiarezza
sono stati forniti con le spiegazioni sull’atteggiamento del collaudatore, che
possono aver spinto alla revoca per venuta meno del rapporto di “piena
fiducia”, ma non altrettanto convincenti appaiono le risposte nel merito alle
problematiche comunque sollevate dall’ing. D.B.. Nella sua relazione del
24/6/2015, infatti, l’ing. D.B. solleva sostanzialmente 4 problemi:
1)
“La messa in
opera di legno di castagno fresco non previsto in fase di progettazione e
suscettibile di modificare la sua classificazione e il suo comportamento a
causa del processo di stagionatura” (pag. 2);
2)
“diversi
elementi lignei evidenziano cipollature e fessurazioni tali da non essere
ritenuti “non classificabili per uso strutturale” (pag. 3), aspetti che con
la successiva stagionatura potrebbero amplificarsi e degenerare;
3)
una serie di difformità progettuali riguardanti i
collegamenti delle travi e degli elementi in acciaio (da pag. 3 a pag. 5);
4)
una scarsa collaborazione tra collaudatore,
progettista e direttore dei lavori (mancata consegna di varianti, prove di
carico, risposte a richieste di precisazioni) (da pag. 5 a pag. 7).
Nella
sua relazione l’ing. D.B. allega una relazione di L.D., azienda
specializzata in materia con sede a Prato, nella quale si evidenzia che il
legname messo in opera non è stagionato (per valori di umidità, presenza di
fessurazioni da ritiro, deformazione dei pezzi, ossidazione delle superfici
metalliche). In particolare viene segnalato che “le lesioni sono da imputare al legname posto in opera fresco e che sta
stagionando. La conformazione dell’appoggio intagliato favorisce comunque
l’innesco di fessurazioni e distacchi in corrispondenza dell’intaglio.
Considerato che il materiale deve subire ulteriori ritiri (anche importanti)
prima di raggiungere la completa essicazione è da prevedersi un peggioramento
del quadro fessurativo”.
Dunque
non ci sono solo le problematiche caratteriali e professionali o di rapporto
tra i professionisti incaricati, ma problemi reali e di pura evidenza.
La
successiva verifica del 19/6/2015 da parte dell’ing. A. di Cuneo su
incarico della ditta appaltatrice E. srl, non risponde direttamente ai
problemi su riportati poiché si limita all’idoneità dei componenti lignei da un
punto di vista della sicurezza strutturale, ma termina raccomandando un piano
di manutenzione che curi particolarmente “gli
elementi metallici là dove vanno a contatto con il legno, data la forte
presenza di tannini nel materiale”
(pag. 10); nonché la continua osservazione della “normale fessurazione per essicazione del materiale, verificando che la
medesima non incrementi i giochi di assemblaggio tra gli elementi e tra
elementi e materiale” (pag. 11). Dunque anche il professionista della ditta
appaltatrice non smentisce la caratteristica del legno fresco posto in opera e
le problematiche conseguenti già segnalate sia da D.B. che da L.D..
Anche
il direttore dei lavori ing. C. nella sua relazione di fine lavori datata
29/6/2015 ammette le fessurazioni, dichiara di aver già operato “interventi di ripristino della sezione resistente”.
L’ing. C. però non parla espressamente di legno freso, ma propone comunque
un piano di manutenzione e di
monitoraggio “per il tempo necessario
alla completa stagionatura del legno al fine di verificare che la normale
fessurazione da ritiro non incrementi i giochi di assemblaggio fra gli elementi
e tra gli elementi e le giunzioni metalliche presenti”.
Cioè
C. non ammette, ma conferma la problematica derivante dall’uso di legno
fresco e non stagionato.
La
ditta I. Spa fornitrice del legno in data 23/6/2015 non smentisce né
fessurazioni, né cipollature, né la freschezza del legno, limitandosi a
ribadire la accettabilità del materiale posto in opera, contestando la
declassificazione in quanto non esiste una normativa di riferimento specifico.
Il
certificato di collaudo statico del 29/6/2015 ammette fessurazioni e
cipollature “prevedibili per effetto del
ritiro conseguente alla diminuzione dell’umidità interna”. Inoltre dichiara
che “alcune irregolarità e difetti di
costruzione evidenziati dal collaudatore precedente che non rivestono
importanza strutturale e non sono quantificabili in termini numerici di
resistenza sono da considerarsi del tutto ininfluenti per l’idoneità della
struttura a sopportare le sollecitazioni indotte dai carichi di esercizio
previsti dal progetto”. Cioè queste problematiche esistono ma non
interessano la parte statica del collaudo, ma l’ing. G. ammette di aver
consigliato alcuni interventi “per
evitare lo sviluppo futuro delle fessurazioni” e comunque raccomanda “di monitorare nel tempo fino alla completa
stagionatura gli elementi lignei per seguire l’evoluzione delle fessurazioni” .
Dunque tutti
ammettono difetti nel legno e che questo non è stagionato, ma fresco e la
conseguente necessità di interventi di contenimento e soprattutto di
monitoraggio nel tempo. Dunque quanto avevano sospettato su “cosa” aveva fatto venire meno il
rapporto di fiducia facilmente individuabile nella “collaudabilità dei lavori”
realizzati alla Torre, nonché sui contrasti tra i soggetti interessati viene
pienamente confermato.
Siamo
sorpresi e indignati per questa vicenda, ma soprattutto per la scarsa
attenzioni alle problematiche reali derivanti dai lavori effettuati, messi
completamente in secondo piano per la necessità e per l’urgenza di aprire al
pubblico per motivi unicamente di visibilità mediatica dell’amministrazione in
carica.
Il Consigliere
FRANCESCO BARACCHINI, anche a nome dei Consiglieri Euro Mazzi, Maria Luisa
Isoppo e Giorgio Salvetti
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