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mercoledì 15 luglio 2015

GIUNTA MONTEBELLO: ALLA RICERCA DELLA VISIBILITÀ MEDIATICA, MA SCARSA ATTENZIONI ALLE PROBLEMATICHE REALI (terza parte)

Con la nostra iniziativa del 24/6/2015 abbiamo segnalato alcune anomalie e tra queste merita un particolare rilievo la questione della revoca dell’incarico di collaudatore in corso d’opera all'ing. D. B.. È una vicenda assai strana. Astraendo dagli aspetti personali delle persone coinvolte in questa vicenda (sia caratteriali che professionali) che pure hanno svolto un ruolo, rimane il fatto che l’ing. D.B. è stato scelto dall’Amministrazione castelnovese fin dal 8/3/2014 per seguire tutti i lavori dall’inizio degli stessi.


E’ stata chiarita la natura riparatoria del successivo incarico del 2/05/2015 per il collaudo del muro di contenimento in cemento armato realizzato in un parcheggio pubblico adiacente. Alcuni elementi di chiarezza sono stati forniti con le spiegazioni sull’atteggiamento del collaudatore, che possono aver spinto alla revoca per venuta meno del rapporto di “piena fiducia”, ma non altrettanto convincenti appaiono le risposte nel merito alle problematiche comunque sollevate dall’ing. D.B.. Nella sua relazione del 24/6/2015, infatti, l’ing. D.B. solleva sostanzialmente 4  problemi:
1)      La messa in opera di legno di castagno fresco non previsto in fase di progettazione e suscettibile di modificare la sua classificazione e il suo comportamento a causa del processo di stagionatura” (pag. 2);
2)      diversi elementi lignei evidenziano cipollature e fessurazioni tali da non essere ritenuti “non classificabili per uso strutturale” (pag. 3), aspetti che con la successiva stagionatura potrebbero amplificarsi e degenerare;
3)      una serie di difformità progettuali riguardanti i collegamenti delle travi e degli elementi in acciaio (da pag. 3 a pag. 5);
4)      una scarsa collaborazione tra collaudatore, progettista e direttore dei lavori (mancata consegna di varianti, prove di carico, risposte a richieste di precisazioni) (da pag.  5 a pag. 7).
Nella sua relazione l’ing. D.B. allega una relazione di L.D., azienda specializzata in materia con sede a Prato, nella quale si evidenzia che il legname messo in opera non è stagionato (per valori di umidità, presenza di fessurazioni da ritiro, deformazione dei pezzi, ossidazione delle superfici metalliche). In particolare viene segnalato che “le lesioni sono da imputare al legname posto in opera fresco e che sta stagionando. La conformazione dell’appoggio intagliato favorisce comunque l’innesco di fessurazioni e distacchi in corrispondenza dell’intaglio. Considerato che il materiale deve subire ulteriori ritiri (anche importanti) prima di raggiungere la completa essicazione è da prevedersi un peggioramento del quadro fessurativo”.
Dunque non ci sono solo le problematiche caratteriali e professionali o di rapporto tra i professionisti incaricati, ma problemi reali e di pura evidenza.
La successiva verifica del 19/6/2015 da parte dell’ing. A. di Cuneo su incarico della ditta appaltatrice E. srl, non risponde direttamente ai problemi su riportati poiché si limita all’idoneità dei componenti lignei da un punto di vista della sicurezza strutturale, ma termina raccomandando un piano di manutenzione che curi particolarmente “gli elementi metallici là dove vanno a contatto con il legno, data la forte presenza di tannini nel materiale”  (pag. 10); nonché la continua osservazione della “normale fessurazione per essicazione del materiale, verificando che la medesima non incrementi i giochi di assemblaggio tra gli elementi e tra elementi e materiale” (pag. 11). Dunque anche il professionista della ditta appaltatrice non smentisce la caratteristica del legno fresco posto in opera e le problematiche conseguenti già segnalate sia da D.B. che da L.D..
Anche il direttore dei lavori ing. C. nella sua relazione di fine lavori datata 29/6/2015 ammette le fessurazioni, dichiara di aver già operato “interventi di ripristino della sezione resistente”. L’ing. C. però non parla espressamente di legno freso, ma propone comunque un piano di manutenzione  e di monitoraggio “per il tempo necessario alla completa stagionatura del legno al fine di verificare che la normale fessurazione da ritiro non incrementi i giochi di assemblaggio fra gli elementi e tra gli elementi e le giunzioni metalliche presenti”.
Cioè C. non ammette, ma conferma la problematica derivante dall’uso di legno fresco e non stagionato.
La ditta I. Spa fornitrice del legno in data 23/6/2015 non smentisce né fessurazioni, né cipollature, né la freschezza del legno, limitandosi a ribadire la accettabilità del materiale posto in opera, contestando la declassificazione in quanto non esiste una normativa di riferimento specifico.
Il certificato di collaudo statico del 29/6/2015 ammette fessurazioni e cipollature “prevedibili per effetto del ritiro conseguente alla diminuzione dell’umidità interna”. Inoltre dichiara che “alcune irregolarità e difetti di costruzione evidenziati dal collaudatore precedente che non rivestono importanza strutturale e non sono quantificabili in termini numerici di resistenza sono da considerarsi del tutto ininfluenti per l’idoneità della struttura a sopportare le sollecitazioni indotte dai carichi di esercizio previsti dal progetto”. Cioè queste problematiche esistono ma non interessano la parte statica del collaudo, ma l’ing. G. ammette di aver consigliato alcuni interventi “per evitare lo sviluppo futuro delle fessurazioni” e comunque raccomanda “di monitorare nel tempo fino alla completa stagionatura gli elementi lignei per seguire l’evoluzione delle fessurazioni” .
Dunque tutti ammettono difetti nel legno e che questo non è stagionato, ma fresco e la conseguente necessità di interventi di contenimento e soprattutto di monitoraggio nel tempo. Dunque quanto avevano sospettato su “cosa” aveva fatto venire meno il rapporto di fiducia facilmente individuabile nella “collaudabilità dei lavori” realizzati alla Torre, nonché sui contrasti tra i soggetti interessati viene pienamente confermato.
Siamo sorpresi e indignati per questa vicenda, ma soprattutto per la scarsa attenzioni alle problematiche reali derivanti dai lavori effettuati, messi completamente in secondo piano per la necessità e per l’urgenza di aprire al pubblico per motivi unicamente di visibilità mediatica dell’amministrazione in carica.

Il Consigliere FRANCESCO BARACCHINI, anche a nome dei Consiglieri Euro Mazzi, Maria Luisa Isoppo e Giorgio Salvetti

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