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giovedì 2 luglio 2015

I COSTI DEI SERVIZI PUBBLICI SONO ECCESSIVI: il caso castelnovese (parte quarta)

Costo dei principali servizi offerti al cittadino - I servizi a domanda individuale (asilo nido, mense, impianti sportivi, servizi cimiteriali) a cui devono essere aggiunti i servizi di trasporto alunni destano preoccupazioni, non solo per il costo che rimane a carico del bilancio comunale una somma che supera mediamente i 250.000 euro, ma proprio per la gestione di tali servizi.
Il recente nostro intervento sulla gestione mensa ha rilevato: due incidenti sul lavoro gravi, proroghe irregolari nell’appalto, fatturazioni non conformi con danno per la collettività: il tutto in favore di una delle più importanti cooperative legate al sistema della cooperazione in qualche modo collegata al partito al potere, cioè il PD. Abbiamo l’impressione che altre situazioni siano in qualche maniera analoghe.

Viva preoccupazione desta la gestione degli impianti sportivi non solo per lo scarso apporto di entrate, ma soprattutto per i costi che comunque restano in capo alla collettività. In tale contesto si leggono di promesse del sindaco e richieste pressanti del gestore per altri importanti interventi. A noi pare che si debba fare il punto della situazione prima di prendere altre decisioni. 
In generale, per tutti questi servizi, non condividiamo le scelte di politica tariffaria della Vostra
Amministrazione che appaiono aventi una natura populista: cioè basse tariffe e alto costo in carico al bilancio comunale. In questa maniera si mira soltanto ad un facile consenso degli utilizzatori, ma si scaricano sulla collettività costi crescenti e importanti.
Il grado di copertura dei servizi a domanda individuale rappresenta un welfare al contrario: il bilancio comunale finanzia sia utenti bisognosi, sia meno bisognosi, ma anche quelli benestanti, poiché le tariffe non coprono i costi del servizio.
Noi riteniamo che vanno adeguatamente aiutate le persone disagiate e meno abbienti, ma non si può finanziare chi non ne ha bisogno. Se il motivo di una politica di basse tariffe trova una giustificazione negli alti costi occorre semmai puntare su migliore organizzazione, maggiore efficienza, controllo di gestione finalizzati ad una riduzione dei costi e a tariffe più articolate in rapporto al reddito effettivo, destinando le risorse pubbliche a chi ne ha veramente bisogno.
Inoltre, gli interventi di sostegno devono trovare una opportuna “trasparenza” affinché si riducano al  massimo i rischi di gestione puramente clientelare. 
Non si tratta solo di raccogliere tasse e redistribuire contributi, Voi pensate la raccolta delle risorse economiche da «dare», da distribuire e basta. In realtà, questo non è welfare, ma solo assistenza e beneficenza istituzionale, amministrata tra l’altro con costi elevati a carico della collettività.
Affermare che occorre rendere efficienti i servizi e ridurne i costi può apparire un semplice slogan, ma invece può essere un effettivo impegno politico e amministrativo. Un esempio. Nel 2001 veniva affidata all’ATC la gestione dei trasporti alunni il cui costo nell’ultimo anno 2010-11 ammontava a €
173.000: è bastato indire un appalto aperto per obbligare la stessa ATC a offrire nello stesso anno un costo più basso di ben € 29.000 annui. Questo è un semplice esempio realmente accaduto nel nostro comune, ma molto si può fare basta volerlo.
Ma questa amministrazione è veramente intenzionata a volerlo??? Dubitiamo fortemente anche alla luce del nuovo bando sulla mensa dove è incomprensibile la scelta di fare una gestione comune con Ortonovo: non sono spiegate le motivazioni e i risvolti organizzativi, né le convenienze.
C’è una soglia da non superare e, anzi, occorre trovare soluzioni perché nell’area dell’assistenza sociale il concorso alla spesa dei servizi al momento della fruizione si riduca invece di aumentare. Non è accettabile che il Comune paghi circa 110.000 euro all'anno per solo 36 bambini al nido, mentre i genitori devono pagare 353 mensili: non è welfare, ma un’offerta di mercato gestita da amministrazioni pubbliche. L’accoglienza dei bambini piccoli è un bene comune, e non un bene con corrispettivo, senza solidarietà sociale. I Comuni si difendono adducendo i costi di gestione, ma è anche loro compito trovare modalità meno costose che a volte non vengono prese in considerazione. Più in generale, va un po’ smontato il lamento sulla mancanza di risorse, perché i tagli effettuati negli ultimi anni hanno inciso relativamente sul sociale e ben di più su altre voci.

Il Consigliere MARIA LUISA ISOPPO, anche a nome dei Consiglieri Euro Mazzi, Giorgio Salvetti e Francesco Baracchini

 

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