La
vicenda del Palazzo Cornelio (adibito a sede del Comune fino al 2013) è
esemplare nell’evidenziare una elevata “incertezza”
nel procedere da parte dell’Amministrazione Comunale castelnovese: l’edificio per
molti anni è stato interessato da un progressivo
dissesto con un quadro fessurativo evidente, oggetto di approfondimento e
di indagine fin dal 2005 e con
analisi ancora in pieno svolgimento.
Dal 2005 al 2007
sono
state fatte varie verifiche sulla tenuta
statica del Palazzo che parevano evidenziare fenomeni differenziali di cedimento delle fondazioni, come
attestato per esempio dalla relazione geologica della Cattaneo del 4/6/2007 e
dai pareri dell’ing. Montefiori del 24/5/2007.
Dal 2005 al 2013, nonostante le evidenti fessurazioni, il Palazzo non è stato oggetto di interventi né di miglioramento statico e né di manutenzione, anzi ha continuato a essere utilizzato come sede del Comune; in merito all’apertura al pubblico l’allora sindaco Favini così si giustificava in una lettera del 11/12/2013: “Nel 2007 avevo un quadro di criticità della situazione del palazzo, non tale da prefigurare pericoli immediati (“… l’edificio trovasi in fase di quiescenza …” ing. Montefiori – 2007). Pertanto ho ritenuto all’epoca di rimanere nel palazzo e mantenere le attività comunali nel centro storico”.
Dal 2005 al 2013, nonostante le evidenti fessurazioni, il Palazzo non è stato oggetto di interventi né di miglioramento statico e né di manutenzione, anzi ha continuato a essere utilizzato come sede del Comune; in merito all’apertura al pubblico l’allora sindaco Favini così si giustificava in una lettera del 11/12/2013: “Nel 2007 avevo un quadro di criticità della situazione del palazzo, non tale da prefigurare pericoli immediati (“… l’edificio trovasi in fase di quiescenza …” ing. Montefiori – 2007). Pertanto ho ritenuto all’epoca di rimanere nel palazzo e mantenere le attività comunali nel centro storico”.
A
seguito del terremoto del 30/6/2013, la situazione del Palazzo Cornelio si era
negativamente evoluta; in una relazione datata 12/7/2013 e in quella datata 31/7/2013
si affermava che “L’evoluzione delle lesioni monitorate dai fessurimetri e
evidenziate nell’indagine a vista,
solo parzialmente riconducibili alle azioni orizzontali (sisma), induce a considerare tale evoluzione come incremento del dissesto evidenziato a
partire dall’anno 2005, presumibilmente aggravato dai recenti eventi
sismici”.
Su
queste basi, veniva emessa un’ordinanza sindacale (n. 15 del 12/07/2013) disponente
lo spostamento degli uffici comunali
ed il loro trasferimento presso l’edificio della ex scuola elementare di
Canale, nonché il trasferimento degli uffici dell’Associazione Enoteca
Regionale della Liguria nei locali del Museo del Vermentino.
Particolare progettazione 2014 sulle fondazioni |
In sintesi i dissesti risultavano individuabili in: - lesioni su archi e volte a crociera
in pietrame a piano seminterrato; - cedimento differenziale della fondazione
lato giardino; - cedimento delle piattabande in corrispondenza di varchi e
porte a piano terra primo e secondo; conseguentemente, tra
il 2013 e il 2014 venivano
effettuate altre indagini (ad esempio quella mediante georadar) e veniva affidato
all’ing. Morachioli Pierpaolo l’incarico di progettazione preliminare degli
interventi di messa in sicurezza e di recupero funzionale dell’edificio ex sede
Comunale; successivamente con delibera della Giunta Comunale n. 14 del 28/1/2014
veniva approvato il progetto preliminare, comportante una spesa complessiva per il solo 1° lotto di
€ 700.000,00.
Questo
progetto veniva inviato al Ministero con richiesta di finanziamento dei lavori;
solo alla fine del 2017 perveniva la comunicazione della concessione di un finanziamento statale di € 700.000,00 per l’intervento di
recupero del Palazzo Cornelio.
Contestualmente
veniva (con determina n. 391 del 29/12/2017) affidato allo studio COMES di
Sesto Fiorentino l’incarico per la verifica della vulnerabilità sismica e progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) delle opere di restauro e miglioramento
statico/sismico di Palazzo Cornelio; questo progetto veniva successivamente
approvato sia nella versione preliminare che definitiva e prevedeva una spesa
totale di € 800.000,00; importo finanziato
dai fondi ministeriali per €. 700.000,00
e da fondi comunali per € 100.000,00.
Da
una analisi di quest’ultimo progetto emerge una netta diversità rispetto a quello preliminare del 2014; questa
diversità deriva da una discorde
interpretazione delle cause del dissesto. Questa diversa interpretazione
delle cause del dissesto comportava anche un
diverso progetto e conseguentemente un
costo complessivo assai differente. Infatti, mentre il progetto preliminare
del 2014 prevedeva un costo di € 700.000
solo per il primo lotto di lavori, rispetto a un importo finale di circa € 1,8
milioni di spesa; quello del 2018 prevede un investimento totale
notevolmente inferiore pari a € 800.000.
Questa
differenza nella spesa consisteva in gran parte nell’aver eliminato le opere di consolidamento delle fondazioni previste nel
progetto preliminare del 2014. Nel progetto del 2018, infatti, gli interventi
strutturali mirano al miglioramento statico mediante un sistema di catene metalliche e di barre inghisate nella muratura,
assicurando la continuità e il consolidamento delle murature, degli architravi,
delle volte a soffitto, la sistemazione della scala esterna e vari interventi
di “finitura” sulle mura e sui pavimenti.
Insomma,
la differenza tra i due progetti è
notevole, perché è diversa
l’interpretazione data dai tecnici del medesimo fenomeno di dissesto.
Questa notevole
differenza non è stata, però, adeguatamente spiegata nella relazione
illustrativa del progetto approvato nell’agosto 2018, anzi non viene riportata alcuna analisi storico-critica di tutta la
documentazione disponibile sulla costruzione e su eventuali interventi
successivi; neanche vengono menzionati
gli studi, i pareri e le indagini precedentemente svolte negli anni
2005-2007 e 2013-2014.
Poiché
erano state già svolte varie indagini ed erano state indicate cause diverse da
quelle ritenute opportune, i professionisti incaricati avrebbero dovuto opportunamente commentare i risultati di questi pareri,
disponendo eventuali integrazioni qualora ritenuti necessari. Soprattutto sorprende
che a corredo di questo progetto definitivo non sia stato allegato una adeguata relazione geotecnica sulle
fondazioni e sulla modellazione sismica, nonché una indagine geologica di inquadramento e di ricostruzione del modello
di sottosuolo anche a compendio di tutte le indagini precedentemente svolte.
Non solo manca questa documentazione e le opportune considerazioni a spiegazione delle scelte progettuali, ma fa meraviglia, comunque, quanto scritto nel paragrafo 6 della relazione dove si afferma che: “Le caratteristiche del terreno di fondazione si possono ritenere molto simili a quelle del Castello dei Vescovi di Luni, che si trova a poca distanza da Palazzo Amati, e quindi si ritiene validi i risultati illustrati nella “Relazione sulla modellazione geologica-geotecnica e sismica definitiva/esecutiva inerente il recupero della Torre del Castello dei Vescovi di Luni”.
Non solo manca questa documentazione e le opportune considerazioni a spiegazione delle scelte progettuali, ma fa meraviglia, comunque, quanto scritto nel paragrafo 6 della relazione dove si afferma che: “Le caratteristiche del terreno di fondazione si possono ritenere molto simili a quelle del Castello dei Vescovi di Luni, che si trova a poca distanza da Palazzo Amati, e quindi si ritiene validi i risultati illustrati nella “Relazione sulla modellazione geologica-geotecnica e sismica definitiva/esecutiva inerente il recupero della Torre del Castello dei Vescovi di Luni”.
Per
quanto sia la Torre che il Palazzo Cornelio siano collocati nel Capoluogo
castelnovese è di immediata comprensione che siano posizionati in luoghi non adiacenti, né possono poggiare sul medesimo terreno e/o roccia
e, conseguentemente, l’indagine
geologica e geotecnica specifica per Palazzo Cornelio non può che essere indispensabile anche perché ogni sito è
caratterizzato da una risposta sismica differente in funzione della natura dei
terreni su cui è stato realizzato l’immobile, differenze di risposta che
dovrebbero essere tenute in considerazione propria dalla progettazione.
Inoltre,
proprio perché ne esiste già una, questa andava doverosamente commentata e se
necessario integrata o approfondita per le parti ritenute non congruenti con l’ultima
interpretazione delle cause del dissesto.
Queste
perplessità sono state evidenziate
direttamente ai progettisti, ai tecnici e alla Giunta Montebello durante una
riunione della Commissione Ambiente e Territorio e fa, comunque, piacere aver
constato che queste nostre osservazioni
critiche siano state in una certa misura accolte sia dagli Uffici che dai
tecnici incaricati e, soprattutto, sia stato dato l’incarico al Geologo Carlo
Alberto Turba per la redazione di indagini geognostiche corredate di relazioni
geologiche relative a Palazzo Amati Cornelio, alla Scuola Media Dante Alighieri
e all’Asilo Nido Zigo Zago (determina n. 70 del 22/3/2019).
In conclusione, le opposte interpretazioni sulle cause del
dissesto comportano conseguenze progettuali e di spesa notevolmente diverse.
Se hanno ragione i tecnici che hanno eseguito le perizie negli anni 2005-2013 allora con la realizzazione del progetto del 2018 si rischia (in caso di sisma) di vanificare parte degli interventi previsti nel progetto 2018; se al contrario hanno ragione i tecnici del progetto del 2018 allora bisogna chiedersi come mai sono stati sprecati ben 13 anni (oltre alle spese per le perizie allora fatte), anni cruciali poiché il Palazzo Cornelio ha subito un netto peggioramento statico.
Se hanno ragione i tecnici che hanno eseguito le perizie negli anni 2005-2013 allora con la realizzazione del progetto del 2018 si rischia (in caso di sisma) di vanificare parte degli interventi previsti nel progetto 2018; se al contrario hanno ragione i tecnici del progetto del 2018 allora bisogna chiedersi come mai sono stati sprecati ben 13 anni (oltre alle spese per le perizie allora fatte), anni cruciali poiché il Palazzo Cornelio ha subito un netto peggioramento statico.
Se
si fosse intervenuto tempestivamente,
si sarebbe speso molto meno di
quanto si spende oggi, anche perché probabilmente si sarebbero evitati i danni
del terremoto del 2013 (risparmiando sugli ulteriori interventi); soprattutto
il Palazzo Cornelio avrebbe potuto continuare ad essere la sede del Comune e restare aperto al pubblico.
E’
intollerabile, però, che non ci sia stato fino ad oggi un chiaro e assai utile confronto tra i periti e i progettisti via
via interessati per dirimere la questione sulle loro opposte interpretazioni; crea
disagio constatare come l’informazione sia
stata superficiale su queste problematiche sia nei confronti del Consiglio
Comunale che verso la popolazione del Capoluogo; da molto fastidio che i
progetti sia del 28/1/2014 che del 13/8/2018 siano stati banalizzati per mere esigenze di propaganda in occasione delle elezioni del 25/5/2014 e di quelle prossime del 26/5/2019.
Euro
Mazzi
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