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mercoledì 7 maggio 2014

Quattro domande a Euro Mazzi ... l'intervista apparsa su QUICASTELNUOVO 15/4/2014 (prima della designazione)

1)                 Cosa significa per te essere sindaco di una comunità? Quale è la tua definizione di sindaco?
Al momento posso solo dire cosa significherebbe per me essere Sindaco se fossi (prima) designato dalla Lista e (poi) eletto, poiché la Lista Civica, composta da persone di diversa provenienza culturale e differenti esperienze politiche, ha stabilito un percorso preciso: prima il programma (fatto nel corso di ben 11 assemblee), cioè le risposte ai problemi che abbiamo; poi i candidati che dovranno impegnarsi a rispettarlo di fronte ai cittadini.

 

Il sindaco deve essere il rappresentante della comunità e non un “ducetto” (come è stato negli ultimi anni); il “primo tra pari” perché la logica dell'uomo solo al comando non funziona e produce solo “macerie”. Il Sindaco deve essere una persona rappresentativa e la sua funzione sarà di guida e di coordinamento, ed i suoi poteri saranno vincolati dalla condizione stessa di essere a capo di persone sue pari a loro volta vincolati da un programma e dal confronto con
gli organi della partecipazione popolare, che saranno tutti rivitalizzati e resi effettivamente funzionanti. Solo in casi particolari il primus assumerà il ruolo di decisore di ultima istanza, perché comunque le decisioni vanno assunte e le risposte alle persone vanno date. E qui si dovrebbe innescare una grande novità: a fianco del Sindaco esisterà una Giunta composta solo di 2 assessori (il risparmio delle 2 indennità pari a circa € 30.000 sarà destinato ad un fondo per la cultura con obiettivi specifici). Sindaco e assessori rinunceranno ad un 20% delle loro indennità, queste somme che saranno destinate a finanziare il funzionamento degli organi della partecipazione (Consigli di Frazione e Consulte) e a ricompensare l’impegno dei consiglieri eletti che riceveranno tutti una delega dal Sindaco su specifiche materie. Sarà praticata una rotazione degli assessori. Insomma tutti i consiglieri saranno responsabilizzati, anche quelli di minoranza, affinché il Consiglio Comunale ritorni ad essere realmente l’organo di indirizzo politico e amministrativo della comunità castelnovese. Rispetto a come è stato gestito il Comune in questi ultimi 10 questo modo di amministrare sarebbe già un cambiamento di fondo assai sostanzioso (quasi rivoluzionario). In proposito ricordo che il candidato Montebello non solo faceva parte integrante di questo “sistema” intollerante e prepotente, ma ne ha condiviso tutte le decisioni e le modalità, a cominciare dall’affossamento dei consigli di frazione, delle assemblee e delle petizioni popolari e, quindi, non è credibile quando promette novità in questo campo.
2)                 Quale sarà il tema principale della tua campagna elettorale ?
In tutti questi anni ho sempre sostenuto che si poteva “fare di più con meno”, cioè il tema fondamentale sono le risorse e come vanno utilizzate per raggiungere gli obiettivi. Non è assolutamente vero che non ci siano state risorse anche finanziarie a disposizione (gli avanzi annuali di amministrazione ne sono una conferma), ma soprattutto il loro ammontare: il bilancio del nostro Comune è passato da € 3,5 milioni del 1992 a 6,3 milioni del 2013. Si tratta di saper utilizzare bene ciò che abbiamo già, questo non costa gran che … è solo questione di conoscenze, di competenza e di esperienza.
3)                 Quali saranno, in caso di una tua vittoria, le prime tre cose di cui ti occuperai ?
L’attuale situazione organizzativa del Comune è assai grave, poiché in questi ultimi anni è prevalsa la logica dei “sogni” irrealizzabili e della grandezza (vedere per esempio la proposta di fusione) che ha prodotto solo macerie che ora bisogna rimuovere. Quindi, i primi interventi riguarderanno sia l’organizzazione comunale (gestione uffici, orari, locali, sistema informatico, nuove procedure di lavoro) che soprattutto il personale che va rimotivato anche attraverso corsi di formazione per adeguarlo a nuove metodologie di lavoro e all’utilizzo dei sistemi informatici e delle procedure, ma anche con adeguati incentivi salariali legati al raggiungimento degli obiettivi posti. Solo con una buona e funzionante organizzazione e con personale motivato e professionalmente capace si potranno far funzionare efficacemente i servizi e raggiungere alti livelli di efficienza. In poche parole: mettere ordine e far funzionare bene e in modo efficiente ed efficace la macchina comunale. Sotto questo profilo, abbiamo le conoscenze, le competenze e le esperienze necessarie per raggiungere entro un anno tale obiettivo.
4) Che idea hai di Castelnuovo Magra? Che paese futuro intendi proporre ai tuoi concittadini?
Uno dei nostri slogan recita “dopo i sogni sulla grande Luni, torniamo alla realtà castelnovese” che potrebbe apparire come un accontentarsi del nostro piccolo, in realtà è esattamente l’opposto. Si tratta di ripartire da ciò che abbiamo (ambiente, paesaggio, territorio, tradizioni, cultura, prodotti tipici, enogastronomia), valorizzarle e inserirle in un progetto di marketing territoriale e su questo costruire opportunità di lavoro e di sviluppo “sostenibile”.
In tal senso, bisogna sfruttare in positivo tre “disastri” dell’amministrazione PD/Favini: il Puc del 2001 ha disseminato di case nuove (in parte invendute) il territorio, altre potranno essere costruite oltre ai capannoni previsti nei distretti di trasformazione (che fortunatamente non sono stati ancora realizzati). Il Puc doveva essere aggiornato nel 2011, ma colpevolmente non lo è stato fatto. La proposta di fusione è fortunatamente naufragata. Da questi tre “disastri” si deve ripartire. Non costa molto aggiornare il Puc e lo si può fare entro un anno. Da qui si potrebbe partire per un nuovo modello di Comune, che sinteticamente vi spiego. Il Puc deve prevedere lo stop al consumo del territorio e tre aree con destinazioni diversificate: 1) l’area pedemontana (dalla Aurelia fino all’inizio della collina) ad area urbanizzata, con incentivi (ampliamenti dell’esistente edificato) solo per ristrutturazioni finalizzati alla sicurezza antisismica e al risparmio energetico; 2) l’area tra via Aurelia e la ferrovia (compresa area Filippi) che è la più “disastrata” dal punto di vista ambientale (capannoni dismessi, rumori, polveri, traffico, carenze di servizi) va tutta riqualificata e riconvertita alle finalità ricreative e agri-turistiche; 3) tutta la zona collinare e la parte di pianura sotto ferrovia deve essere destinata “alla tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio”, tutela da intendersi in modo dinamico: recupero della destinazione agricola e dell’allevamento, valorizzazione dei prodotti tipici, incentivi al recupero dei manufatti a fini agri-turistici e ricreativi, i borghi (Centro Storico, Vallecchia, Caprignano e Marciano) come centri propulsori delle attività culturali, sportive, culturali, agri-turistiche e ricettive del Comune. Cioè uno “sviluppo produttivo” è possibile se si parte da ciò che abbiamo realmente, è un lascito delle generazioni passate che va apprezzato, valorizzato e reso produttivo affinché su questo si possa costruire una opportunità per le future generazioni.

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