Al momento
posso solo dire cosa significherebbe per me essere Sindaco se fossi (prima) designato
dalla Lista e (poi) eletto, poiché la Lista Civica, composta da persone di
diversa provenienza culturale e differenti esperienze politiche, ha stabilito
un percorso preciso: prima il programma (fatto nel corso di ben 11 assemblee),
cioè le risposte ai problemi che abbiamo; poi i candidati che dovranno
impegnarsi a rispettarlo di fronte ai cittadini.
Il sindaco deve essere il
rappresentante della comunità e non un “ducetto” (come è stato negli ultimi anni); il “primo tra pari” perché la logica dell'uomo solo al comando non
funziona e produce solo “macerie”. Il Sindaco deve essere una persona
rappresentativa e la sua funzione sarà di guida e di coordinamento, ed i suoi
poteri saranno vincolati dalla condizione stessa di essere a capo di persone
sue pari a loro volta vincolati da un programma e dal confronto con
gli organi della
partecipazione popolare, che saranno tutti rivitalizzati e resi effettivamente
funzionanti. Solo in casi particolari il primus assumerà il ruolo di
decisore di ultima istanza, perché comunque le decisioni vanno assunte e le
risposte alle persone vanno date. E qui si dovrebbe innescare una grande
novità: a fianco del Sindaco esisterà una Giunta composta solo di 2 assessori
(il risparmio delle 2 indennità pari a circa € 30.000 sarà destinato ad un
fondo per la cultura con obiettivi specifici). Sindaco e assessori rinunceranno
ad un 20% delle loro indennità, queste somme che saranno destinate a finanziare
il funzionamento degli organi della partecipazione (Consigli di Frazione e
Consulte) e a ricompensare l’impegno dei consiglieri eletti che riceveranno tutti
una delega dal Sindaco su specifiche materie. Sarà praticata una rotazione
degli assessori. Insomma tutti i consiglieri saranno responsabilizzati, anche
quelli di minoranza, affinché il Consiglio Comunale ritorni ad essere realmente
l’organo di indirizzo politico e amministrativo della comunità castelnovese.
Rispetto a come è stato gestito il Comune in questi ultimi 10 questo modo di
amministrare sarebbe già un cambiamento di fondo assai sostanzioso (quasi
rivoluzionario). In proposito ricordo che il candidato Montebello non solo
faceva parte integrante di questo “sistema” intollerante e prepotente, ma ne ha
condiviso tutte le decisioni e le modalità, a cominciare dall’affossamento dei
consigli di frazione, delle assemblee e delle petizioni popolari e, quindi, non
è credibile quando promette novità in questo campo.
2)
Quale sarà il tema principale della
tua campagna elettorale ?
In tutti questi anni ho sempre
sostenuto che si poteva “fare di più con meno”, cioè il tema fondamentale sono
le risorse e come vanno utilizzate per raggiungere gli obiettivi. Non è
assolutamente vero che non ci siano state risorse anche finanziarie a
disposizione (gli avanzi annuali di amministrazione ne sono una conferma), ma
soprattutto il loro ammontare: il bilancio del nostro Comune è passato da € 3,5
milioni del 1992 a 6,3 milioni del 2013. Si tratta di saper utilizzare bene ciò
che abbiamo già, questo non costa gran che … è solo questione di conoscenze, di
competenza e di esperienza.
3)
Quali saranno, in caso di una tua
vittoria, le prime tre cose di cui ti occuperai ?
L’attuale
situazione organizzativa del Comune è assai grave, poiché in questi ultimi anni
è prevalsa la logica dei “sogni” irrealizzabili e della grandezza (vedere per
esempio la proposta di fusione) che ha prodotto solo macerie che ora bisogna
rimuovere. Quindi, i primi interventi riguarderanno sia l’organizzazione
comunale (gestione uffici, orari, locali, sistema informatico, nuove procedure
di lavoro) che soprattutto il personale che va rimotivato anche attraverso
corsi di formazione per adeguarlo a nuove metodologie di lavoro e all’utilizzo
dei sistemi informatici e delle procedure, ma anche con adeguati incentivi
salariali legati al raggiungimento degli obiettivi posti. Solo con una buona e
funzionante organizzazione e con personale motivato e professionalmente capace
si potranno far funzionare efficacemente i servizi e raggiungere alti livelli
di efficienza. In poche parole: mettere ordine e far funzionare bene e in modo
efficiente ed efficace la macchina comunale. Sotto questo profilo, abbiamo le
conoscenze, le competenze e le esperienze necessarie per raggiungere entro un
anno tale obiettivo.
4) Che idea hai di Castelnuovo
Magra? Che paese futuro intendi proporre ai tuoi concittadini?
Uno
dei nostri slogan recita “dopo i sogni sulla grande Luni, torniamo alla realtà
castelnovese” che potrebbe apparire come un accontentarsi del nostro piccolo,
in realtà è esattamente l’opposto. Si tratta di ripartire da ciò che abbiamo
(ambiente, paesaggio, territorio, tradizioni, cultura, prodotti tipici,
enogastronomia), valorizzarle e inserirle in un progetto di marketing
territoriale e su questo costruire opportunità di lavoro e di sviluppo
“sostenibile”.
In
tal senso, bisogna sfruttare in positivo tre “disastri” dell’amministrazione PD/Favini:
il Puc del 2001 ha disseminato di case nuove (in parte invendute) il
territorio, altre potranno essere costruite oltre ai capannoni previsti nei
distretti di trasformazione (che fortunatamente non sono stati ancora
realizzati). Il Puc doveva essere aggiornato nel 2011, ma colpevolmente non lo
è stato fatto. La proposta di fusione è fortunatamente naufragata. Da questi
tre “disastri” si deve ripartire. Non costa molto aggiornare il Puc e lo si può
fare entro un anno. Da qui si potrebbe partire per un nuovo modello di Comune,
che sinteticamente vi spiego. Il Puc deve prevedere lo stop al consumo del
territorio e tre aree con destinazioni diversificate: 1) l’area pedemontana
(dalla Aurelia fino all’inizio della collina) ad area urbanizzata, con
incentivi (ampliamenti dell’esistente edificato) solo per ristrutturazioni
finalizzati alla sicurezza antisismica e al risparmio energetico; 2) l’area tra
via Aurelia e la ferrovia (compresa area Filippi) che è la più “disastrata” dal
punto di vista ambientale (capannoni dismessi, rumori, polveri, traffico,
carenze di servizi) va tutta riqualificata e riconvertita alle finalità
ricreative e agri-turistiche; 3) tutta la zona collinare e la parte di pianura
sotto ferrovia deve essere destinata “alla tutela del territorio, dell’ambiente
e del paesaggio”, tutela da intendersi in modo dinamico: recupero della
destinazione agricola e dell’allevamento, valorizzazione dei prodotti tipici,
incentivi al recupero dei manufatti a fini agri-turistici e ricreativi, i
borghi (Centro Storico, Vallecchia, Caprignano e Marciano) come centri
propulsori delle attività culturali, sportive, culturali, agri-turistiche e
ricettive del Comune. Cioè uno “sviluppo produttivo” è possibile se si parte da
ciò che abbiamo realmente, è un lascito delle generazioni passate che va
apprezzato, valorizzato e reso produttivo affinché su questo si possa costruire
una opportunità per le future generazioni.
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